mercoledì 30 agosto 2017

Edoardo Ferri

POESIA DEDICATA ALLA SINFONIA LENINGRAD DI SHOSTAKOVICH

Cogliere traccianti di tempo
senza preavviso, lontani nell’inseguire
coni di luci alte e dilatate
cannoni, elmetti e sangue rappreso
nel clangore degli ottoni gelidi di
Leningrado; tu che hai subìto
l’eterno della guerra lampo
ora sai rivivere la sinfonia dell’attimo
che poi non resta molto; gli archi all’unisono
sono crescendo ruvido, questa battaglia
è  rappresentazione viva di te perduto
nella radura dove vegli sul giorno
lontano che porterà via la pioggia.


(inedita)

lunedì 28 agosto 2017

Eloy Sánchez Rosillo

DA CÉSAR FRANCK AD AUGUSTA HOLMÈS  
(Quintetto per piano in Fa minore)
                                                          
                                                         
1
(Molto moderato quasi lento – Allegro)

Quando più non speravo che qualcosa turbasse
la quiete ordinata che scelsi per la vita,
tu apparisti, e d’un tratto tutta la pace che poco per volta
pazientemente avevo conquistata se ne fuggì da me:
una vivida fiamma mi abita adesso l’anima.

Tu forse non comprendi cosa vuol dire questo per un uomo
che è stato sempre, come me, davvero molto solo
a dispetto di pochi amici, della loro fedele compagnia,
e della lunga gioia coniugale che mi ha dato mia moglie.

È come se d’un tratto nella desolazione
di un albero ancorato nell’inverno cantasse
un usignolo e i rami nudi sotto l’influsso della musica
la grazia ricordassero del verde.


2
(Lento, con molto sentimento)

La vita per me è stata un cammino assai duro
di fallimenti ai quali non piegai mai lo spirito,
perché ho sempre saputo che l’artista che lavora
con onestà al servizio del Signore e dell’opera
rare volte riceve l’attenzione della gente
del suo tempo; attenzione stimolante,
ma in fin dei conti all’arte innecessaria.

Sotto queste alte volte della chiesa è trascorsa
la parte più feconda e bella dei miei giorni:
cera ed incenso con i loro odori, nelle cerimonie
sacre, i brusii devoti dei fedeli in preghiera,
sempre mi accompagnarono, mentre io cercavo,
seduto qui nel coro, alla tastiera docile
di quest’organo amico, d’esprimere nel modo
migliore l’inquietudine che mi serrava il petto.

Sono stato felice, in certo modo, perché accettai
con umiltà il fluire quasi anonimo
del destino, sebbene a volte scoramento e noia
mi venissero accanto.

3
(Allegro non troppo, ma con fuoco)

                                           Ma oggi so che la gioia
fu solo l’ignoranza del tuo arrivo in un giorno
qualunque, che è bastata la tua sola presenza
a distruggere la pace ottenuta con sforzo.
Come negarmi alla dolcezza con la quale mi guardi,
al riso così libero, al fulgore che t’avvolge,
alla luce che brilla sul tuo labbro quando mi chiami.

Io non so, non lo so, ma benedico questa follia
che mi scuote lo spirito e mi riempie di sole se ti vedo.
Ringrazio Dio per averti creata, per averti concesso
di venire ad un tratto a cambiarmi la vita;
perché ormai io non sono più lo stesso, benché agli occhi
di tutti sia quello di sempre e nessuno, nessuno sappia
che penso solo a te, che ti amo e che per te è la mia musica.

Traduzione di Francesco Dalessandro


da Hilo de oro, Antología poética, 1974-2011, Catedra, 2014


                                           
https://www.youtube.com/watch?v=UPuRosNmLfE 

venerdì 25 agosto 2017

Carlo Alberto Parmeggiani

PSEUDO STESICORO

Se di salso sapevano le labbra
di bianca dea fanciulla che Odisseo
impaurito dalle onde di Scherìa trasse,
di mele Cidonie sanno le tue,
dispensatrici di dolcezze
che mi traggono fuori dall’autunno
e dall’abisso
del nero Tàrtaro che aspetta
ch’io discenda nei suoi recessi cupi.


da Ventotto frammenti (di anonimi lirici greci), inediti

mercoledì 23 agosto 2017

Corrado Govoni

GOVONILAMPI

*

una rondine ha fatto
il nido nel tuo reggipetto

*

Alla luce dei fulmini incursori
la casa fu castello di fantasmi,
era mortale entrarvi,
chiamata dall’amore.

Restasti scalza, senza volontà
            sulla soglia allagata,
sopra la rossa soglia flagellata

            così assente e smarrita

            con la sola camicia della luna

*

da una finestra altissima
una ragazza nuda piena
illumina la via deserta

da Govonilampia cura di Pietro Cimatti, Edizioni della cometa, 1981


lunedì 21 agosto 2017

Juan Ruiz

ESSENDO TU L’AMORE

Essendo tu l’amore (immaginai),
appena mi guardasti e con dita
che indovinano il tempo toccasti
il presente suscitando un me
da me diverso (che con quel
minimo gesto te divenne, oh
perdendosi e trovandosi, nuovo
fato) nascesti dall’assenza,
pensiero unico a mostrare il
miracolo, sogno che non può
cambiare e correggersi mentre
rivive in te solo la parola
amore, tu essendo l’amore.


(inedita)

venerdì 18 agosto 2017

David Maria Turoldo

NON DITE MAI

Non dite mai cosa sia la vita:
un pozzo d’acqua sorgiva
nel deserto,
la ghirlanda di colori
intorno al collo dei colombi in amore
un raggio di luce nel buio di una cella
o il silenzio dell’alba
quando sorge la luce…

da Il grande male, Oscar Mondadori, 1992


mercoledì 16 agosto 2017

Juan Ruiz

COME AVERTI, TU LONTANA

Come averti, tu lontana, se l’estiva
vertigine del tempo ti nasconde
al desiderio, alle salive dell’amore?
E possederti se mi manchi?
Ti possiedo col ricordo e col sangue
che s’accendono quando ti penso.
Ti possiedo con la bocca affamata,
con le labbra, con la lingua lesta.
Ti possiedo in silenzio. Ti possiedo
con lo sguardo. Di più: con il pensiero.
Di più: con l’intenzione. Ti possiedo
con attesa e attenzione, con l’ansia.
Ti possiedo da lontano aspettando
il tuo ritorno, per riaverti e possederti
chino sulle tue labbra, nell’ardore
della penombra, nel fuoco del letto…

(inedita)

lunedì 14 agosto 2017

Francesco Paolo Memmo

NUGAE

Discorro di minime cose
di privati destini
ad esempio del miglio
da dare agli uccellini

Mento a me stesso nel sonno della mente

Mentre volano via le giornate
in forzato riposo
a me alieno
o in innocue battaglie
quanto meno

Oggi che la scrittura
non mi dà più piacere
anzi mi fa paura

*

Mi chiedo quale sia
e quale mai sarà
l’estrema unzione
l’estrema funzione
l’ultima poesia

il capitolo della
capitolazione

*

Vai piano, stai calmo, mi ripeto,
attento a non sbagliare, rifletti,
evita il trucco, scansa il tranello.

Ma poi dove la metti
l’ira, la rabbia, la sacrosanta
trasgressione del divieto,
l’inaudita voglia che m’agguanta
di vendicarmi a colpi di martello?

*

Geme un verso  sul fondo
della pagina

E se nelle sue sillabe
il segreto del mondo
si celasse?

Tu raccoglilo prima
che sia tardi
accompagnalo in rima
ad onta del ludibrio
come sopra un asse
sottile d’equilibrio


da “Cantrappunto”, bimestrale di poesia e arte, Piovan Editore, Novembre-Dicembre 1984

venerdì 11 agosto 2017

Juan Ruiz

TU NON ESISTI

Tu non esisti. Perché non ti vedo.
Questo dicono gli occhi, ma le mani
e le labbra ricordano tenere prove.
Sei vera e vieni e mi liberi dal dubbio
della tua inesistenza, liberandomi
così dal mio patire. A occhi chiusi
ti vedo e la voce, palpabile e densa,
combatte i miei dubbi per affermare
finalmente che esisti, che il patire
e il piacere mi accolsero e trattennero
redimendo col tatto anche il silenzio.

(inedita)


mercoledì 9 agosto 2017

Michele Colafato

BASHŌ E LA RANA

Un mattino il poeta Bashō
sentì una gran pace dentro
e invece di correre
a scrivere un haiku
si rilassò in quello che stava facendo
– stendere il bucato ad asciugare
sulla canna.
Fu in quel momento
che udì la rana tuffarsi
nel vecchio stagno: plof!

da AA. VV. Per una gentile compagna di viaggio, Dieci omaggi a Nancy Watkins, Fàmmera Edizioni, 2o17


lunedì 7 agosto 2017

Marco Caporali

CORPI SI OFFUSCANO

Corpi si offuscano alla distanza
nessun corpo fa ombra.
Sembra riposo lo stato d’allerta
per sentirsi più simili alle piante
e non cedere all’evidenza di coloro che se ne vanno
quando le nuvole assumono forma d’albero e gli alberi di nuvola.


da AA. VV. Per una gentile compagna di viaggio, Dieci omaggi a Nancy Watkins, Fàmmera Edizioni, 2o17

venerdì 4 agosto 2017

Edoardo Ferri

DI TE VORREI CAMBIARE

Di te vorrei cambiare
quelle mani tormentate
ma il tempo mi ha insegnato
che sono anch’esse canto
del tuo corpo impaziente
e lieve come la parola
preziosa delle tue caviglie.


(inedita)

mercoledì 2 agosto 2017

IL MADRIGALE

8 - Luigi Tansillo

Sol nacqui a tormentarmi
in questa valle d’ogni pena e doglia!
Ma chi di vita e libertà mi spoglia,
non voi, ch’io mi lamenti.
Fàllo sol, perché il duolo sia maggiore,
non sfogando l’ardore.
O vita piena di martìri e guai!
Io non cesserò mai
di dir: ch’è lieto sol chi more in fasce
ovver chi mai non nasce!