lunedì 30 luglio 2018

Carlo Alberto Parmeggiani


CUORE IN DISUSO

Ho imparato la scienza degli addii
dai gemiti in capelli della notte
                                                                                 O. Mandel’stam

Te ne stavi a lungo
incorniciata alla finestra come icona
appesa a un rimorso come a un filo,
aspettando un non so che di nuovo.

L’aria intorno sapeva di fumo,
per te tutto era già stato
e pensavi e ripensavi
sempre il medesimo pensiero,
stanca di un cuore già in disuso.

da Inoj, di Berath Udarnik (inedita)


venerdì 27 luglio 2018

Gianfranco Palmery


IL FUORI ORMAI NON TRASPARE. PREME

Il fuori ormai non traspare. Preme
incollato ai vetri li riveste il nero
argento della notte e ne fa gelidi
oscuri specchi in cui sprofonda la stanza

illuminata: da quelle acque livide si leva
nebulosa un’immagine e avanza
verso di me mentre le vado incontro vano
riflesso della sua evanescenza.

da In quattro, Il Labirinto, Roma 2006




Domani saranno cinque anni dalla scomparsa di Gianfranco e voglio ricordarlo (e vorrei che tutti coloro che lo hanno conosciuto, come amico e come poeta, lo ricordino) con questi versi, tratti da uno dei suoi libri più belli e intensi.

mercoledì 25 luglio 2018

Alessandro Ricci


I TRE CHE SIEDONO

I tre che si siedono sul quinto
o quarto scalino finale,
arruffati nella sera che si spinge
lentamente oltre i fianchi delle ville
sconosciute oltre le mura di villa
Pamphili

parlano piano e dolcemente, perché dolce
e piana, all’estremo, è la condivisione
dell’amicizia e dell’amore
per la pur vera bellezza del mondo
che si lascia.

Dirà uno, il più giovane, di vizi
e perdizioni, la derelizione
di una vita ingobbita nell’ansia
del

(inedita, ritrovata incompiuta)

lunedì 23 luglio 2018

Carlo Alberto Parmeggiani,


ZARINA

e forse brillerà al tramonto mio
l’amore con un sorridente addio
                                                                                      A. Puškin

Benché non fosse ancora maggio per le rose
nella pelliccia il tuo volto s’arrossava,
i tuoi occhi erano i bocci smeraldini
di una primavera che, estinta, in me rivive
al ricordo di quell’addio lontano.

Allora non mi venne di dirti una parola
origliando il tuo e il mio battito del cuore.

Con fredda agitazione di bestia ferita,
altro non mi dissi che ti avrei dimenticata.

Ma non bastò quell’ipoteca sul futuro,
già che pure le preghiere e gli scongiuri
il cielo non li accolse, intanto che seguivo
e seguo ancora il tuo rapido svanire
sulla strada già deserta e annerita.

da Inoj, di Berath Udarnik (inedita)


venerdì 20 luglio 2018

Gianfranco Palmery

NEGHITTOSO AFFONDANDO NELLA PIÙ NERA

Neghittoso affondando nella più nera
accidia, cedo poteri e possessi: in un fascio
solo ricordi, pensieri – e mi lascio
la lussuria per sola chimera.

Torno al finito, al profano, alla carne.
Il tempo dei sortilegi gira in tondo
e fa di me, mentre rincanta il mondo,
un favoloso animale parlante.


da In quattro, Il Labirinto, Roma 2006

mercoledì 18 luglio 2018

Lois Pereiro



(Erano anni che non mi osservava una pelle diversa dalla mia o che non fosse ormai parte dei miei occhi, esplorata, conosciuta o condivisa…)


Vedendo questi due occhi palpitanti
come visione di un’immagine trasognata
sul suo petto in perfetta simmetria
con un tremore interno che mi seduce
desidererei entrare in lei e rifugiarmi
nel suo corpo segreto per sempre
protetto dalla morte
con la sua vita

mi squarcia il corpo un umido brivido
e mi bacia le vertebre con furia
in una vertigine di dolore e tenerezza.

Giugno ’95

Traduzione di Marco Paone


da Poesia ultima di amore e malattia, aguaplano, 2017



lunedì 16 luglio 2018

Giancarlo Pontiggia

UNA LINEA INFINITA DI TEMPO

Una linea infinita di tempo
ci precede; un'altra
ci segue: attoniti le contempliamo,
sospesi fra due mondi
indifferenti, lontani. Eppure, niente li separa

se non te, che guardi.

da Il moto delle cose, Mondadori, 2017

venerdì 13 luglio 2018

Gianfranco Palmery


CENTO ANIME IN UNA E MILLE VITE

Cento anime in una e mille vite
frammentarie, incompiute – e questo sapersi
imperfetti, confusi e destinati
a sparire…

                     Oh arte, virtù: un pugno
di materia ridicola che rotola
verso la sua scomparsa, ma di sé
vuole lasciare mirabile traccia.


da In quattro, Il Labirinto, Roma 2006

mercoledì 11 luglio 2018

Attilio Lolini


I GIORNI RAPPRESENTATI

[…]

Stamattina mi sono alzato
sbadigliando, senza voglie
oppresso da indecifrabili
malesseri,

vedessi il mio volto
mutato
i capelli grigi
l’orrenda vecchiaia che rapida
disegna e ricama.

Rido sempre più stupidamente
e dell’intelligenza non so che farmene

ordino nella stanza i libri
dei poeti nostri coetanei
che come stupide scimmie
s’assomigliano tutti.

La primavera, lo sai
sta fiorendo
detestabile stagione
che scacciò l’inverno amico
la mortale primavera
che oscenamente s’agghinda
smaltando di luce
la scena…

da: Gianni D’Elia, Interludio, Quaderni di Barbablù, Siena 1984


lunedì 9 luglio 2018

Carlo Alberto Parmeggiani


IN FOTOGRAFIA

la stanca sera di un giorno non nostro
cenere fredda di un incendio altrui
                                                    N. Minskij

Ne ho cercati di arrembaggi e vie di fuga
avanti e indietro, per salti, in diagonale,
come cavallo o umile pedone
o come alfiere astuto di scacchiera,
e pure ne ho cercati fra vedute
di languide derive e dolci approdi.

Eppure mai e altrove s’è dischiusa
altra visione dell’allegria contagiosa
di te, di me, di tutti in quella foto
e di chi pure stava dietro all’obbiettivo.

Già tutti morti allora e indaffarati
a ricordarci allegramente del futuro,
a immaginarci vivi nel passato.

da Inoj, di Berath Udarnik (inedita)

venerdì 6 luglio 2018

Lois Pereiro



(In amore, come in guerra, mai sentiamo il colpo che ci raggiunge. La morte, come l’amore, mai avverte da dove si avvicina…)


Innamorato un’altra volta
dell’amore che porto dentro
la sete furiosa di un futuro
ha esaurito le mie alternative
portandomi dritto verso l’impatto:
un proiettile congelato in aria
a pochi metri da un cuore freddo
e attendo un minimo segno di calore
per aprire la sua pelle ed entrare nel sangue
vinto dalla forza del desiderio
ciecamente e senza paura
del possibile disastro.

Giugno ’95


Traduzione di Marco Paone

da Poesia ultima di amore e malattia, aguaplano, 2017

mercoledì 4 luglio 2018

Luciano Erba

GRAFOLOGIA DI UN ADDIO

Questo azzurro di luglio senza te
è attraversato da troppi neri rondoni
che hanno un colore di antenne
e il taglio, il guizzo della tua scrittura.
Si va dal "caro" alla firma
dal cielo alla terra
dalla prima all'ultima riga
dai tetti alle nuvole.

da L'ippopotamo, Einaudi 1989


lunedì 2 luglio 2018

Francesco Dalessandro


SERE

2.

Pallida sopra colli e
pioppi snelli, la luna
che tu guardi è sorella
alla candida nube che trascorre
e si perde. Sodale
di entrambe tu sei.
Come questa mutevole, hai di quella
la semplice grazia. Di loro
tu più cara mi sei,
però più amara.

da La salvezza, Il Labirinto, 2006