venerdì 31 maggio 2019

Francesco Dalessandro

L'ORTENSIA 


L’ortensia che resiste nell’aiuola
arida dove ormai niente germoglia,
il suo cauto fiorire accanto al pino
nano è come l’amore. A volte sembra

destinata a morire: la minaccia
l’arsura, il troppo sole. Se un rametto
secco ne cade subito uno nuovo
e più forte ne sboccia. Basta poco

a salvarla: la mia, la tua attenzione.
Cresce un poco ogni giorno, inavvertita.

da La salvezza, Il Labirinto, 2006



mercoledì 29 maggio 2019

Rita Iacomino

DUE POESIE


La cosa amata

Ti dico: amore, tesoro, mio caro
come fossimo una coppia d'amanti
un marito e una moglie
due fidanzati.
Ridiamo come due che si divertono
due fanciulli che giocano
due ragazzi innamorati.
Siamo due bambini
un padre e una madre attenti
ci prendiamo cura di questa cosa giovane, infantile
di questa cosa amata.
La cosa che domina
la cosa che ci trattiene
la cosa aleatoria
la cosa che ci estingue


Lettere

Scrivo in caratteri piccoli e scrivo da lontano.
Il disegno che si compie è un disegno a caso
di gente che viaggia sopra un treno
li vedo di lontano in questa bolla che non scoppia
la sfera statica il cronotopo.
Volevo dominare il tempo
(vincere battaglie con lo sguardo)
Lanciammo nello spazio quella bolla d'aria
pensando che l'eternità potesse contenerci
che l'amore fosse l'isola nell'oceano di Solaris.


da Diario di un finto inverno, Empiria, 2018



lunedì 27 maggio 2019

Rosita Copioli

TRE POESIE


Gli occhi rinchiudono un confine

Quando ti guardo e non posso parlare
quando gli occhi rinchiudono un confine
quando l'aperto divampa nel chiuso
e sarà così fino alla fine
e so che per te non è tortura
è solo questo che di ogni male
finito o non finito, minimo o ingrandito
accelera alla fine il mio dolore. 


Sono rimasta muta

Pensare che sia facile
parlare di te,
in questo nuovo tempo.
Che errore. Perché di te
parla come se fossi
la musa invisibile
ogni mia parola. Così
sono rimasta muta
e niente di tutti i sogni
venuti alle labbra
si trasmuta
in qualche fiore.


Adesso è un muro bianco


Avevo tutto e l'ho perduto.
Adesso è un muro bianco,
più su il cielo non avrà
nessuna rosa.
La poltrona che muovo
verso il sole
non è mai stata
la tua conchiglia ospite
gettata sulla sabbia,
il guscio della forma
del tuo cuore
che non ricorda
impronta né profumo.


da Elena, Guanda, 1996


venerdì 24 maggio 2019

Marco Caporali

VILLAGGIO BRETONE

Si affacciano il faro le porte le mura
tra il tenue azzurro di cielo e mare.
Quel che accade oltre il chiuso orizzonte
non è dato sapere. Qui non c'è che una tinta
a ribadire il susseguirsi uguale
di vie disabitate, la distesa di ghiaia
dove le barche trascinate in secco
più non subiscono le insidie dell'acqua.
La fonte della quiete è il movimento,
l'arbitrio di un tratto di penna
che cita un elemento del paesaggio
e ignora il limite prescritto dalla forma.

da La vita inoperosa, Empiria, 2019

mercoledì 22 maggio 2019

Gian Piero Stefanoni

LUNAMAJELLA (IV)

                      per Ettore Troilo


Nella domanda
non hai nominato il vento
nel trapasso del sole
e l'aquila che si incurva al cielo.

Non hai nominato
la strada e la morte
che si aggiunge alla croce.

Ma l'uomo lungo il pianoro
svanendo al vallone
è terra che resta nella semina
fredda del lutto, nel grido
che dà sempre - anche a sera -
il suo frutto.

da Lunamajella, Edizioni Cofine, 2019


lunedì 20 maggio 2019

Rita Iacomino

RISVEGLI

La mattina, all'alba, uscire dal liquido amniotico dei sogni.
Sentirsi umidi come appena nati.
La notte è una puerpera stanca e sudata.
Ed è tutto un partorire al mattino
un rompersi di gusci, odori e robe corporali.
Appena svegli già vogliamo morire.

da Diario di un finto inverno, Empiria, 2018





venerdì 17 maggio 2019

Stefania Portaccio

OGGI CHE SEI MORTA

ti ho sognata, credo
di pomeriggio:
c'è una donna elegante tra la folla
che cerca con lo sguardo un'altra
e non la trova - somiglia
a Grace Kelly e quella che lei cerca a Bessie Smith

fredda e calda eri, affascinante

stupida e penetrante

t'inseguivo ti mancavo
ti prendevo ti spingevo via

poi - meno acerba e superba -
ti capivo

è allora che sei andata via

da Waterloo, LietoColle, 2019

mercoledì 15 maggio 2019

Giulio Di Fonzo

UN PRODIGIO

In un'altra aria serena
forse ritornerai,
spente le lievi fiaccole che nutro,
nell'alta notte senza compagnia.
E sarai nel plenilunio splendido
l'aurora,
la scia di porpora che supera il chiarore,
il prodigio del tempo che non muore.


da Poesie 1992 - 2018, edizionicroce, 2018

lunedì 13 maggio 2019

Emanuele Franceschetti


ROMA IN UN'ORA QUALUNQUE

Roma in un’ora qualunque, poco cambia
se nell’antinferno delle stazioni,
nella risacca del quartiere Esquilino
oppure nel carnaio domenicale, a Porta Portese:
ovunque una creatura senza nome spalanca la mano,
e sembra pregarmi, quasi pietrificata,
di rompere quell’immobilità, di dargli fiato.
Non sa, lo sconosciuto, che l’idiota
- io che lo guardo, quasi inebetito -
si contorce in un’altra disperazione,
che non domanda l’essenziale,
ma pure punge l’anima, la sfibra.
Entrambi non sappiamo il dolore dell’altro.
Eppure riconosco a malapena ciò che manca:
il coraggio di sporgermi, di tendere la mano.

da La misura del canto, raccolta inedita


Questa sera, alle ore 19, per la rassegna ESQUILINO POESIA,
presso il Tatro della Scuola Di Donato, in via Bixio 83, Roma,
Emanuele Franceschetti ed io saremo presenti per una lettura di nostre poesie.




venerdì 10 maggio 2019

Silvia Bre




                                                    Per l’attimo in cui non han saputo
                                                                  più chi erano
                                                                 e hanno lasciato entrare in loro tutti.



Da qui la riva è una fantasia, un fantasma
che ci ha deposto al largo per lasciarsi guardare

e intanto si rintana sul fondale, il mare
invade tutto il lago.

Ad avvistare la scena
solo queste parole.

(inedita




mercoledì 8 maggio 2019

Francesco Dalessandro


L’AIUOLA


È un intrigo del cuore la miseria
che arricchisce l’aiuola dove ruta
e rosmarino convivono. I trapianti
dei gerani amicali sono morti.

Li bruciò l’invernata fredda e ostile.
Fu dolorosa perdita, ma al primo
sole di aprile una piccola rosa
ci consolò. Con che cuore la colsero?

Crebbe al suo posto questa pianta grama.
Ma, guardala, per intima e umana
sua natura ci è affine. Come noi
non ha petali o spine…

da La salvezza, Il Labirinto, 2006

lunedì 6 maggio 2019

Fabrizio Dall'Aglio

CORPO IN SCENA

                                           A Gianfranco Palmery

L'ho immaginato magro come il solco
di una penna appuntita. Curioso
della morte spavalda che avanzava
sopra il suo corpo in scena, esposto
all'ultimo risvolto della vita.
Che cosa darle in pasto. Poca fibra
scampata ai denti della malattia.
Forse solo parlarle, dirle tutto
condurla via con sé nella poesia.

da Colori e altri colori, Passigli, 2014

venerdì 3 maggio 2019

Silvia Bre


Einstein


Così, e va fatto ancora, stare nel buio
e cavarne un linguaggio, orientarsi 
tra misure sterminate, il bandolo                  
come sempre solo il gesto, 
l’atto più oscuro. A volte senti   
proprio nell’aria, proprio
nelle orecchie l’inizio che aspetta 
e intanto cuce e traccia, 
fonda lo spazio, senza dimenticare 
mentre fai che l’oceano dove stai
non è mai altro, è l’universo 
e sa la tua presenza.

(inedita)

mercoledì 1 maggio 2019

Andrew Marvell


DEFINIZIONE DELL’AMORE

Il mio amore è per nascita raro
Come nobile e strano il suo oggetto:
Fu la Disperazione a generarlo
Unita all’Impossibile.

Solo Disperazione, generosa,
Poteva concedermi così divina cosa
Dove la flebile Speranza poté solo
Volare invano sbattendo le ali finte.

Eppure, quando presto potrei giungere
Dove la vasta anima mia è impressa,
La Sorte spinge il suo cuneo di ferro
E lo tiene ben infisso nel mezzo.

La Sorte vede con occhi gelosi
E due amori perfetti non fa unire:
Sarebbe sua rovina quell’unione
E alla sua tirannia porrebbe fine.

Perciò i suoi decreti d’acciaio
Ci pongono a quegli opposti poli  
(Pur se un mondo d’amore intorno ci gira)
Impediti fra loro ad abbracciarsi;

Finché il cielo stordito non cada
E la terra di nuovo sconvolta non si spacchi
E, per unirci, il mondo intero
Non sia schiacciato in un planisfero.

Come linee, anche obliqui amori
Ad ogni angolo possono incrociarsi,
Mentre i nostri, perfette parallele,
Pur infiniti non s’incontreranno mai.

Perciò l’amore che così ci lega,
Ma che la Sorte invidiosa separa,
È la congiunzione della mente
Ma l’opposizione degli astri.


Traduzione di FD