ASCIUGO IL VISO CON UN PANNO
asciugo il viso con un panno
che di resèda profuma, guardo
la luna dalla finestra tonda,
termina l’anno.
da Estate (di Elisa Sansovino), Il Melograno, Abete Edizioni, 1985
ASCIUGO IL VISO CON UN PANNO
asciugo il viso con un panno
che di resèda profuma, guardo
la luna dalla finestra tonda,
termina l’anno.
da Estate (di Elisa Sansovino), Il Melograno, Abete Edizioni, 1985
CHIUDE L'ALBA UNA NOTTE TROPPO FREDDA
Chiude l’alba una notte troppo fredda,
apre le porte crette al nuovo giorno
che saprà d’autunno, l’inizio d’anno
nuovo, ottobre s’inghirlanda, s’infredda
un nuovo aire ch’è fratello all’
occaso di quel giorno inusato ch’ora
palesa un suo destino pretto, e l’altro
voglio misurar, d’una malvagia ora
il tocco, e s’aprono soffitti incerti
nel cielo, chiudon le corolle i fiori,
ora si misura il metro dei certi
intendimenti, s’apre il sipario goffo,
al boccascena appaiono mestizia
e il canto dolente d’un’arietta buffa.
da Inverno dello scrivere nemico
NINFALE
la mia cultura è poca e la mente fioca,
non ho conosciuto regole e leggi e nessuno
dell’ordine dell’universo m’ha insegnato
ad amare la sua natura grande
e umile. Ho offeso con la mia stupidità
la legge della vita, l’infinita innocenza
della sua crudeltà. Adesso ho un cuore
nobile ma la mia carne è pietra.
e imparo da solo con stenti l’errore
d’essere solo. E padre e madre vorrei
essere di questa solitudine.
non l’abitudine filiale, ma il segreto esempio
la natura dolce delle parole vere
io voglio dedicare a questo corpo magro,
attraversato dal tremendo folgore
del coltello e dell’innaturale pietà
della preghiera. E spezza da sé e su
se stesso l’acqua rigida del suo vero.
Conosco adesso il tempo certo
degli abissi e la parola povera
della vita, e l’esclusione e l’essere
e il pentimento e la colpa. e tutto
dura nel mio corpo eterno, e io
non posso amare senza amore
non posso soffrire senza dolore.
Ceneri del nostro tempo gli evidenti
abissi del dubbio e l’assoluto.
La mia paura è grande ma ho il coraggio
di esistere. Soltanto in me è l’errore
del giorno e della notte. Il tramonto è leggero
come una carezza. e il giorno nella notte
si trasforma. Di questo genere del mondo
che è l’esser vero l’inconsapevolezza
giovanile fa nascere qualcosa che
soltanto l’amore della ragione conduce
ad esser vero. Anche di questo eterno
errore sono prodighi gli attimi
fuggitivi, le origini e la fine.
da Cuore, Rotundo, 1987
QUALITÀ DI MORTE
LA QUESTIONE DEL NIBBIO