venerdì 29 settembre 2023

Francesco Dalessandro

 LE NUVOLE E ALTRE OSSERVAZIONI


L’approdo

 

All’azzurro mitissimo, al

vago volo che v’appare e vi

sosta ammaliato, al vento

che lievissimo spira,

al caso che solo

avvenne, al dopo che

non c’è

né ci sarà



L’erba

 

Perché tenerissima inclina

verdeviva gli steli dal-

l’aiuola ai vetri poi

che fa notte o gela,

la riscopri rinata

per miracolo all’ansia

mattutina.


 

Le nuvole

 

Intanto che la sera

pianissimo e i rumori

della festa e le luci e

l’angustia per un ritardo

d’amore smorivano, da più

lievi brezze sospinte

sul campanile e le sette

……. tra stupore

e meraviglia con

movenze eleganti e

pigrissime giunsero

le nuvole.



La rondine

 

Una rondine nuova-

mente si slancia, plana con

perfettissimo volo dalla punta

della memoria in un

filo di vento verso

la deriva serale, bianconero

lampo in una sortita di sereno,

solidale per amore

con gronda e stagione

con l’orizzonte che la chiama

al volo.



I fuochi

 

Dove la luna tra

i frassini la riva

bianca rispecchia e la

quiete del lago, i fuochi

bassi d’autunno già

accendono.



Sera

 

Un mite azzurro

adesca voli, la

quaglia e il cuculo

duettano nella

sera che intanto

a passettini

viene.



da La salvezza, Il Labirinto, 2006

 


mercoledì 27 settembre 2023

Fabio Ciriachi

 

GL’INERMI

 

 

La palma scampata al punteruolo

risalta frastagliata fra le altre

mozze, prive di rami, solo fusto.

“Dove sta questa morte che spoglia

e non rispetta le fatiche d’anni?”.

Non si vede, mischiata alla vita

nello sciame dei voli e delle spore,

l’invisibile alito che spinge

i corpi più leggeri al loro scopo.

Tutto è veleno e manna nutriente

l’assassino somiglia al protettore

e il rischio è di chi accoglie e di chi nega,

ovunque è sempre vita che dà morte

amanti del dolore autoinflitto

che succhia, dona, poi promette e strappa.

“Se voglio faccio quello che tu vuoi,

mi taglio, spoglio, perdo foglie e rami”

intatta di parole le ripete

e non vede la massa degl’inermi

rinchiusi nelle cerchie d’alte mura

ma sogni irragionevoli e paura

di palma destinata al punteruolo.

 

da Tempo, soltanto tempo, Edizioni Il Labirinto, 2023

lunedì 25 settembre 2023

Vincenzo Cardarelli

 AUTUNNO


Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d'agosto,
nelle pioggie di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora che passa e declina,
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.

venerdì 22 settembre 2023

Alessandro Ricci

 GLI IBIS

 

 Lo schiavo sudanese del porto

di Massilia, sfinito dai pesi

e dalla sferza, vede calare

dall’oneraria un mazzo convulso

di ali e becchi nella rete,

e sono atrocemente,

fra le risate della ciurma,

ibis rossi della Nubia.

 

Per gli eleganti horti dei capi

trascinati fin qui.

 

Lui che li vide accendersi

nei canali, e volare sui loti

e le canne in lente

file al crepuscolo, o intuìti

altissimi sulla savana, numi

in quella terra felice.

 

Aveva forse dieci anni.

 

Quella gran polvere all’orizzonte.

Chi diceva antilopi dalla Libia,

invece apparvero le coorti numide

che l’avrebbero preso.

 

 da Tutte le poesie, Europa Edizioni, 2019

mercoledì 20 settembre 2023

Alessandro Ricci

 AL FONDO

 

  

E poi la pioggia

sui fumi.

 

Finisce così.

 

Abbandono i rifiuti

alla corrente, li guardo

andare. Senza parole

di commento, presto l’acqua

torna pulita.

 

Questo temporale

laverà tutto. E domani

sarà nuovissimo.

 

Sono ferito a morte.

 

Ridendo gli altri

sono fuggiti. Piove

atrocemente.

 

Un merlo o cos’altro

di nero vola basso, più

basso sotto la sferza,

ma rifugio non troverà. Pietà

pietà per lui, ché almeno

sa vivere.

 

Al fondo, il cuore

batte per questi scambi.


da Tutte le poesie, Europa Edizioni, 2019

 

 

 

lunedì 18 settembre 2023

Alessandro Ricci

 DONNE

 

Se è vero che le sofferenze d’amore possono misurarle

i nipoti di Freud, il prof. Cazzullo, gli stregoni, dio padre

onnipotente e chi altro mai negli intermundia

delle trascendenze, fino al punto di convincerci

che tutto sommato non ci va malissimo o che, amen,

è stata una pessima idea, noi stiamo al fenomeno:

 

chi scava il corridoio e vuota i posacenere

nei sacchetti di plastica e questi nei cassonetti sotto

casa guardando con invidiosa malizia i palombari

della N. U. sprofondarli con gli altri universi pattumi

nei camion bianchi e verdoni che fanno il giro

degli isolati – nel senso reale e metaforico

della parola – e poi risale a dirlo alle piante,

allo specchio senza guardarsi, al bottiglione

di odio controllato senza contare i bicchieri…

 

E chi danza.

 

Perché nelle sale da ballo – classico o moderno che sia – non

si insegna la storia: né le vittorie di Pirro, né la presa

di Singapore, e meno che mai i proclami delle porche

madonne sull’abbattimento dei muri e i turni

alle culle piene senza concorso di padri; promesse

velocemente disdette, ma fatte, firmate ed approvate

in un ristorante cinese di mezza periferia, mezza estate

ed intera finzione.


DA Tutte le poesie, Europa Edizioni, 2019

 

venerdì 15 settembre 2023

Kenneth Rexroth

 ANNI UNICI                                                

 

Ritorno al capanno sul canyon

di Santa Monica dove io

e Andrée siamo stati felici

e poveri insieme. Poteva succedere

che affamati rubassimo la

verdura dall’orto dei vicini.

Certe volte uscivamo in cerca

di cicche con la torcia elettrica.

Ma andavamo a nuotare

ogni giorno dell’anno. Avevamo

un cane, Proclus, un grosso

meticcio giallo, e un gatto bianco,

Cyprian. Facevamo la prima

mostra insieme e intanto a Parigi

pubblicavano le mie poesie.

Lavoravamo sotto il basso

ombrello dell’acacia in cortile.

Ora scendo dall’auto e mi fermo

davanti alla casa, nell’ombra.

Fiori d’acacia cospargono il vialetto

di minuti batuffoli di lana dorata.

A prima sera l’odore stordisce.

L’albero è cresciuto due volte

più alto del tetto. Dentro casa,

un vecchio e una donna se ne stanno

seduti alla luce di una lampada.

Torno indietro fino alla spiaggia

di Malibu e mi siedo con un amico

d’infanzia un po’ ingrigito a guardare

la luna piena che sale sulle onde

enormi che increspano la baia scura.


Traduzione di Francesco Dalessandro


The complete poems of Kenneth Rexroth, edited by Sam Hamill & Bradford Morrow, Copper Canyon Press, 2003.

mercoledì 13 settembre 2023

Kenneth Rexroth

 CONFUSIONE DEI SENSI


Il chiaro di luna riempie gli allori

come la musica. L’aria lunare

è immobile. Il tuo pallido

viso viene incontro al mio.

Un dolore voluttuoso

ci cattura come una ragnatela,

una canzone, un profumo, il chiar di luna.

I tuoi capelli sciolti ci coprono il viso.

Le tue labbra aprono le mie.

La tua lingua mi entra in bocca.

Un pipistrello attraversa il chiar di luna.

Il chiaro di luna ti riempie gli occhi,

che non hanno iride o pupilla

ma sono solo globi di freddo fuoco

come gli occhi dei cervi che vanno

da noi alla foresta vuota.

Il tuo corpo snello freme 

odoroso di alghe.

Distesi insieme ci ascoltiamo

respirare sotto la luna.

Mi senti? Respiriamo. Siamo vivi.

 

Traduzione di Francesco Dalessandro

The complete poems of Kenneth Rexroth, edited by Sam Hamill & Bradford Morrow, Copper Canyon Press, 2003.

 

lunedì 11 settembre 2023

Kenneth Rexroth

 

SPECCHI DOPPI

 

È il buio lunare.

A notte inoltrata, a fine estate,

le costellazioni autunnali

s’accendono nel cielo arido.

L’aria odora di bestiame, fieno

e polvere. Nel vecchio frutteto

le pere sono mature. Gli alberi

sono nati da vecchi rizomi.

E i frutti sono immangiabili.

Passando lì accanto certe volte,

sentendo raspare e grugnire,

punto la torcia fra i rami.

Due procioni, col succo acre

di pera e la bava alla bocca

si girano a guardarmi. Gli occhi,

due spugne cariche di luce.

Mi conoscono e non scappano.

Risalendo la strada tra le ombre

nere delle querce, dalla ghiaia

polverosa davanti a me

vedo ovunque scintillare

piccoli punti di fredda luce blu,

simili ai bagliori metallici della neve.

Immaginando di che si tratta,

mi chino a guardare.

Sotto ogni sasso e foglia

di quercia c’è un ragno

con gli occhi che luccicano

verso di me al riflesso

della mia torcia, attraverso

incommensurabili distanze.


Traduzione di Francesco Dalessandro


da The complete poems of Kenneth Rexroth, edited by Sam Hamill & Bradford Morrow, Copper Canyon Press, 2003.

 

venerdì 8 settembre 2023

Fabio Pusterla

 STLANIK

 

                                 Dopo due o tre giorni cambiava il vento,

                                            e calde correnti d’aria portavano la primavera.

               Varlam Šalamov

 

Uno chiamava da un ponte, esile sulle correnti:

l’acqua, ancora, diceva senza dire: sempre qui

l’appuntamento: nella luce dell’acqua,

qui accanto, nella luce. Sospesi.

Accarezzando qualcosa: ringhiere, cortecce

d’alberi morti, schegge d’osso, pettini smangiati.

Con le mani, con gli occhi o con la voce: proteggere

quello che sale da dietro, da sotto,

non visto, nelle gole più cupe: l’improvviso

guizzare di un uccello nella luce

del botro. E dire grazie,

umilmente. Con cura.

 

Un altro andava portato  dalle alghe:

contava sassi, asperità fluviali, voragini.

Schiacciato dal tempo, scivolava nel flusso, annichilito.

Rinunciando a ogni cosa: niente occhi, niente dita,

e più nessuna memoria, o senso. Grida, forse,

grida scolpite su grate, graticci di dolore. Pietre

coperte di muschi, fanghiglie.

e luce cruda di ghiacci, serpenti

nei cunicoli. Rose senza radici. Masticava

del vetro, annegando per tutti.

 

Il terzo era distante, irraggiungibile.

In cammino, in cammino:

oltre la fatica e il deserto. Camminava

tradito, a testa alta, ancora in piedi.

Sotto le nuvole e contro le nuvole, marciando.

Sotto le nuvole e sopra le nuvole, con passo

barcollante, ma lo sguardo

fisso verso l’Amur, dove acqua sporca

trascinava carcasse verso il mare

vietato. C’è chi dice

recitasse Petrarca.

Alzate gli occhi, diceva, alzate il corpo, nel vento

cercate le ali.

 

Nevica. Il pino prostrato si rialza,

segna nel gelo la via del primo fiore.

Annuncia frutti, torrenti, torrenti.

 

E l’armadillo cammina, verso nord.

 

da Da qualche parte nello spazio. Poesie 2011-2021I, Le lettere, 2022

 

mercoledì 6 settembre 2023

Rossano Pestarino

 CERTO, NON FU MAI FACILE


Certo, non fu mai facile

non leggere nel mondo perfette allegorie.

Ma se qualcosa lo abbiamo imparato

è che siamo più forti persino

dell'interpretazione, che possiamo

duttilmente infiltrare

il pensiero nelle crepe del vero.


da Espera. Poesie 2021.2022, Il canneto editore, 2023

lunedì 4 settembre 2023

Rossano Pestarino

 E ANCHE OGGI 


E anche oggi si torna a casa senza neanche un verso.

Ma c'era il sole, e i gabbiani,

arrivati dal mare alle nostre discariche.

Poi ci si sono messe le campane,

e queste vecchie scarpe, buone e calde,

con tanta voglia più di camminare

che di ciondolare sotto il tavolino di un bar.

Ogni scusa è buona per non scrivere.


da Espera, poesie 2021-2022, Il canneto editore, 2023

venerdì 1 settembre 2023

Rossano Pestarino

 NON SONO SOLO I POETI


Non sono solo i poeti

a far parlare la vita.

La vita ha anche la voce

dei cartelli, avvisi, manifesti

che tappezzano i muri di città.

Qui comprano auto usate,

di qualsiasi marca,

in qualsiasi stato,

"chilometrate, incidentate o fuse".

Perfetto endecasillabo.

Non c'è in tutto il De anima di Aristotele

una sequenza di participi così.

Che dicano il dolore e la stanchezza.

Che predichino l'essenza

non della vita ma di questa  vita.


da Espera, poesie 2021-2022, Il canneto editore, 2023