venerdì 30 novembre 2018

Francis Beaumont e John Fletcher

PORTA VIA, PORTA VIA QUELLE LABBRA

Porta via, porta via quelle labbra
così dolcemente spergiure,
e quegli occhi, luci d’aurora
che ingannano anche il mattino;
ma rendimi, rendimi i baci,
suggelli d’amore sigillati invano.

Cela, oh cela quei colli di neve,
che sono i tuoi seni ghiacciati,
sulla cima dei quali le rose fiorite
sono di quelle che indossa aprile;
prima libera il mio povero cuore
da te stretto in catene di ghiaccio. 

Traduzione di FD

da Bloody Brother, atto V, scena 2

mercoledì 28 novembre 2018

Roberto Coppini


NON CONTA DIRE

Non conta dire
che un albero è bello, importa
sapere che perde le foglie
e come rinsalda la propria forma
appena fuori dalla terra, che ha tronco,
legno, corteccia — per non parlare
delle altre accezioni: albero maestro,
di trasmissione, genealogico, del bene
e del male, della vita, della croce. Come inspira
espira ossigeno anidride
carbonica, si inumidisce, evapora,
accresce anelli
in corrispondenza di anni e come
si ripete sotterraneo –  sistema radicale
solitamente sviluppato come quello aereo.
Che è misurabile come il volume
di un solido, la pressione sanguigna,
la rotazione dei pianeti – incommensurabile
anche.

da Una remota notizia. Poesie edite e inedite, sedizioni 2017



Il libro di Roberto Coppini, a cura di Fausta Garavini e Francesco Rognoni, si presenta oggi presso l’Accademia La Colombaria, in via Sant’Egidio 23, a Firenze, alle ore 17.30. Con me in veste di moderatore, della poesia di Coppini parleranno Laura Barile e Giancarlo Pontiggia







lunedì 26 novembre 2018

Patrick Angiulli


FATTI DI CRONACA

Primo fatto

due vedovi
destinati a tenersi
compagnia

il matrimonio tra leonard settanta
due anni ex ispettore (che aveva
seppellito già due mogli) e rita
sessantaquattro (anche lei vedova) è finito
in un bagno di sangue

l’ha uccisa e ha nascosto il cadavere dopo
averlo fatto a pezzi?

qualche macchia di sangue i vestiti
la macchina e gli stivali lavati
di fresco lo accusano
                                 
                                      testimonianze

ho visto ardere il camino
tutta la notte
                        racconta un vicino
gettando un sospetto
su come l’assassino
può essersi disfatto delle prove

la prima moglie fu stroncata
da un ictus la seconda
si tolse la vita lanciandosi dal
balcone
                
                nessun testimone
sospetti veleni mugugni fin dal
fidanzamento tardivo

                                       si sentiva
sola
        spiegano al centro
anziani del paese
                               così
s’era preso quel tipo
da allora non si è più
vista alle gite

                         leo
si è presentato impeccabile
come sempre a denunciarne
la scomparsa venerdì 29
mattina

in casa all’apparenza tutto
in ordine ma poi
salta fuori un maglione con una
macchia sospetta

                                la gente
del paese ha sentenziato
                                            impiccatelo
lasciatelo a noi
                            gli facciamo
dire a botte dove ha messo il
cadavere dove ha nascosto la
povera rita

                     sangue
di donna sugli attrezzi del-
l’assassino minuscole trac-
ce di sangue sulla lama di u-
na sega e di una roncola che
forse han-
no fatto a pezzi
il cadavere gocce
quasi invisibili si sono tras-
formate in un indizio
pesante
               ma il corpo
di rita non si trova
ancora


 Traduzione di FD


Da News items. Found poems, Brook&son, 1995


venerdì 23 novembre 2018

Camillo Fonte


VEDUTA SUL MARE


Libeccio tempesta sul mare.
Alzi lo sguardo a voli
intirizziti. Non
sai che nuove lusinghe
o che minacce
ti prepari la sorte, quale approdo
tenterai nella sera
che inclina.

                     Indaghi segni
elementari, oscuri
presagi del tuo farsi: la svilita
alga scura la tavola corrosa
che sai di schianto, pena
meditata da un dio che t’è nemico.
Sogni un volto i cui tratti
l’ansia scaltrì, l’attesa…

Ma la burrasca induce
a disperare il porto a domandarti
quale inganno nuovissimo ha filato
la malasorte. Attendi,
chino al timone inutile, che un gorgo
subito aperto e chiuso ti dia pace:
forse è questo che speri.
Benché avvezzo
alle insidie, ti sai
troppo a lungo provato…

da L’isola  (poema inedito)



mercoledì 21 novembre 2018

Edoardo Ferri


ADESSO MANCA IL RESPIRO

Adesso manca il respiro
gli alberi assorbono il vento
il rosso dell’alba cuce
il pallido segno del giorno;
ora che sei qui
le montagne sono miniature
di nuvole cadenti
l’immenso mi accoglie
nel suo rifugio di sola luce
il sorriso è paesaggio
palpabile delle tue labbra;
mentre mi baci un alto cielo
si schiude dentro me
le tue mani tracciano
la chiara esattezza
di un’intera vita.

(inedita)

lunedì 19 novembre 2018

Torquato Tasso


CAMMINANDO DI NOTTE
PREGA LE STELLE CHE GUIDINO IL SUO CORSO

Io veggio in cielo scintillar le stelle
oltre l’usato e lampeggiar tremanti,
come ne gli occhi de’ cortesi amanti
noi rimiriam talor vive facelle.

Aman forse là suso, o pur son elle
pietose a’ nostri affanni, a’ nostri pianti?
Mentre scorgon le insidie e i passi erranti
là dove altri d’Amor goda e favelle?

Cortesi luci, se Leandro in mare
o traviato peregrin foss’io,
non mi sareste di soccorso avare:

cosí vi faccia il sol piú belle e chiare,
siate nel dubbio corso al desir mio
fide mie duci e scorte amate e care.



venerdì 16 novembre 2018

Luigi Picchi


PLINIUS MINOR

II, 10

Indolente e cocciuto l’amico
Ottavio: valente poeta,
non si decide a pubblicare
quei suoi epigrammi, degni
di Marziale (già girano di bocca
in bocca per tutto l’Impero).
Qualcuno finirà per rubarglieli
e non bisogna poi contare
in un’edizione postuma
(gli amici hanno altro
da fare).

Prima della morte
è bene gettare le basi
del proprio monumento.

III, 1

Il cielo stellato sopra di lui
nell’armonia d’una vita regolare.
Questa la sua aspirazione.

Così ammira il vecchio Spurinna
che, lieto e sereno, trascorre
le giornate tra letture, conversazioni,
passeggiate, bagni, pranzi e cene
con amici, una partita di pallone
e infine la poesia.

da Antiqua lux, Moretti & Vitali, 2018

mercoledì 14 novembre 2018

Eleftherìa Sapountzì


COSÌ POSANDO SU DI TE

Così posando su di te
la pagina bianca.
La poesia si scrive da sola. L’odore di carta che brucia
riempie la stanza.
Così appena posata, si è scritta d’un fiato
la storia.
Di tutti gli amanti che esistono perché
non si sono mai incontrati,
delle morti tragiche e improvvise
dei nomi diventati melodie.
Così quando ho posato le ginocchia sulle tue ginocchia
coscia su coscia bocca su bocca
sono diventata eroina e tragica.
Mi addentro anch’io ormai nelle storie a due.

Traduzione di Viviana Sebastio

da In tempo di eterno presente, Alexandria Ekdoseis, Atene 2003


lunedì 12 novembre 2018

Lois Pereiro


SVANISCE IL DOLORE E ARRIVA IL SONNO

(Credere ancora in me stesso sarebbe la cosa più semplice, ma fingere di non credere nel mio ritorno al mondo è più prudente. Eppure ho fiducia nei miei occhi e so cosa stanno vedendo intorno a loro.)

Credo ormai che potrei
passeggiare fra spiriti estranei
senza calpestare i loro sogni più segreti.
Non sento più quel dolore immobile
che prima abitava le mie notti,
svegliandomi in una delle ore più buie

consapevole che il giorno seguente
nulla mi avrebbe portato di così diverso
dal fallimento che mi stava sciogliendo
con il fuoco dell’inferno in cui vivevo.

Novembre ’94

Traduzione di Marco Paone

da Poesia ultima di amore e malattia, aguaplano, 2017


venerdì 9 novembre 2018

Elizabeth Barrett Browning


Sonetto XI

Perciò, se amare può essere un merito
del tutto indegna non sono. Le guance
che vedi così pallide e le ginocchia
tremanti che non sanno sostenere
la pesantezza del cuore; questa stanca
vita di menestrello, deciso un tempo
a scalare l’Aorno e che ora può appena
intonare una musica dolente seguendo
l’usignolo della valle - a che serve
parlarne? Non ti merito né ti convengo.
Pure, poiché ti amo dall’amore
ottengo una grazia riparatrice: vivere
ancora amando, ma invano; benedirti,
ma guardandoti in faccia rinunciare a te.

Traduzione di Francesco Dalessandro

da Sonetti dal portoghese, Il Labirinto, 2000 

mercoledì 7 novembre 2018

Torquato Tasso


DESCRIVE L’APPARIR DE L’AURORA E DE LA SUA DONNA



Ecco mormorar l’onde
e tremolar le fronde
a l’aura mattutina e gli arboscelli,
e sovra i verdi rami i vaghi augelli
cantar soavemente
e rider l’oriente;
ecco già l’alba appare
e si specchia nel mare,
e rasserena il cielo
e le campagne imperla il dolce gelo,
e gli alti monti indora.
O bella e vaga Aurora,
l’aura è tua messaggera, e tu de l’aura
ch’ogni arso cor ristaura.


lunedì 5 novembre 2018

Carlo Alberto Parmeggiani

GIORNO D’OGNISSANTI

Come acquasanta al contatto della dita
dà brividi di freddo e di speranza,
risali tu d’un tratto alla ribalta
di una commedia che non ha più atti.
In delicata figura poi vanisci,
ancora, ancora,
nello svolazzo di foglie senza vita
nel sole stinto del giorno d’Ognissanti.
Non so se fu destino o l’eccitante
bellezza del tuo roseo incarnato,
a far di me l’eroe di un poema,
sicché talvolta ancora mi domando
chi maneggiò per primo quella lama
che mi lasciò in balìa dei quattro venti.
  
da Càrlos Andrade Palmeiro, Azulejos falantes

venerdì 2 novembre 2018

Luigi Picchi


QUASI UN PROEMIO

Tutta la vita in monastero,
dove non ho fatto che copiare
la Naturalis Historia.

Mai viaggiato, mai
lasciata l’abbazia
e fuori dallo scriptorium
solo il breve cammino
del chiostro, gli ambulacri,
le ore in coro, le meditazioni
e le penitenze in cella.

Ora, sereno, mi preparo
a morire.

Porterò a Dio la voce
d’un uomo che ha raccontato
il mondo, la storia.

Di questo universo
mi sento pieno,
come la Sua mente
prima dell’inizio
di tutto.

Così in me è cresciuta
una cattedrale di parole
e cose dove Dio riposa
e siede sovrano.

A Lui solo offro
questo codice,
scrigno di conoscenze,
in attesa della firma
definitiva.

da Antiqua lux, Moretti & Vitali, 2018