mercoledì 30 giugno 2021

Francesco Dalessandro

 DIRTI TUTTO


Dirti tutto, tacere

quasi sempre. A chi vive

non è dato scambiare

anche il buio

ma il tuo per amicizia

avrei voluto cancellarlo.

«Non sono sempre triste»

dicevi «e lei la mia gioia

l’ha vista e sa come

e sa perché, ma i pochi

sorrisi, i tristi slanci,

l’amara verità sono figli

dell’uomo perduto che sono».

 

Non cercare solo fuori

la dimenticanza, solo dentro

la fuga, ma resta

in te, anche se la tristezza

è questa tua sera d’inizio

primavera, di fine dolore.

Non c’è più tempo e l’ora

è tutto il tempo. I treni

partono, tornano, cambiano

i viaggiatori. Non chi resta

alla stazione, smarrito

nell’addio, a distanza

di piuma, di carezze leggere

e sogna lei, loro e si perde.


(inedita)

lunedì 28 giugno 2021

Anna Settevendemmie

 ALLACCI


Nello spazio infinitamente

piccolo

tra i passi che ci allacciano al suolo

e l'anima che ci allacia al cosmo

noi siamo.


da La casa senza pareti, Ensemble, 2021

venerdì 25 giugno 2021

Francesco Dalessandro

 ULTIMA LETTERA D’AMORE

                                                      a Alessandro Ricci


«Sera di labbra e sguardi,»

le scrivi «appena finita

ribalta in dolore dov’era

la gioia, la pura

bellezza di un’anima che

si fa volto…».

                           

                         È domenica

mattina, sei sceso

in giardino a fumare seduto

sotto il fresco gazebo

(il posacenere è pieno

in una tazzina le ultime

gocce di caffè e molto zucchero

che raccogli con la punta

dell’indice) e le scrivi  

mentre sostieni l’assalto

dei pensieri che hanno lei sola

al centro come anello

che costringe all’abbandono

alla fine o alla morte, così

familiare. Sei calmo perché

consapevole del guscio

di dolore che ti avvolge,

batti forte sui tasti consumati

le parole che non avresti

potuto dirle, ma resta

in te solo l’ascolto e la senti

nella nuova solitudine di soste

terribili d’inutili espedienti

che subito riaccende la memoria

e rinnova le piccole ardenti

ammirazioni del suo corpo

mai stato tuo e degli occhi

verdi pieni di doni,

un numero in crescita di

momenti incantevoli mai

provati…

                  

                 Ma lei  

dov’è, se il mare agitato

la tiene o la porta lontano,

in quell’isola di onde e

di sponde perdute, e non uno

dei chilometri insieme promessi

avete percorso: son cose

che si dicono, pensi

ora – e lo scrivi – nella luce

del sole già alto restando,

tu e lui, senza più lei…


(inedita)

mercoledì 23 giugno 2021

Kenneth Rexroth

 

PROTOPLASMA DI LUCE

 

Quanto tempo fa

Frances e io andammo in metro

al Van Cortlandt Park. La gente

era tutta eccitata, ragazzini e storpi

vendevano occhiali neri.

Corremmo verso le colline

aperte a nord della stazione

come fosse troppo tardi e restammo

lì, mano nella mano, in attesa.

Sotto gli alberi, il sole tra i rami

spogli creava piccole lunule di luce,

sulla neve. Il cielo ingrigì

e si svuotò. Una dopo l’altra

spuntarono le stelle. Il sole

alla fine fu appena una falce

sottile sugli occhiali, coi vicini

pianeti luminosi a sorvegliarlo.

Poi, in cielo, saltò fuori

la grande ameba di gelida luce

cristallina. Il vento passò oltre

come una folla silenziosa. La folla

singhiozzò come un soffio

di vento. Tutti i cani ulularono.

Il silenzioso protoplasma di luce

s’arrestò nelle viscere buie

del cielo, circondato da un anello

di fuoco rosso vivo, il suo nucleo

nero-pietra. Mercurio se ne stava

silenzioso là vicino, freddo

e scuro come una scaglia di ferro.

Fu tanto tempo fa.

In spiaggia, io e Mary guardiamo

il sole sprofondare nell’oceano

ventoso. Strati di vapore spaccano

il disco, che sembra un’enorme

pagoda di rame. La spuma

soffia oltre le nostre facce,

una medusa pulsa nell’acqua

immota, si schiaccia sulla sabbia

umida ai nostri piedi. Scende

il crepuscolo e appaiono tutti

i pianeti visibili: prima

Venere, poi Giove, Marte,

Saturno e di nuovo Mercurio.

Le foche berciano sulle rocce.

Racconto a Mary di Keplero,

e di come Mercurio, che lui

non aveva mai visto, brillasse

alla finestra mentr’egli moriva,

troppo tardi perché potesse

vederlo. Il misterioso cono

di luce s’appoggia sull’orizzonte,

nel cielo pallido. Io le dico:

«Non si sa cosa sia né dove sia.

Forse è la grande nube di gas

intorno al sole che vedrai

un giorno di questi, se sarai

fortunata, perché si distingue

solo durante un’eclisse.

Io l’ho vista molto tempo

fa».


Traduzione di Francesco Dalessandro

lunedì 21 giugno 2021

Silvio Raffo

 IL RICAMO


Il groviglio dei giorni

si snoda, si sdipana

lento, con una strana

nostalgia di ritorni.


Ul filo brilla, un ramo

secco riprende vita.

Raffinano le dita

i punti del ricamo.


da Il giovane dolore, Puntoacapo, 2021

venerdì 18 giugno 2021

Beppe Salvia

C’È CHI AL CONTRARIO DI ME NON DISPERA 



C’è chi, al contrario di me, non dispera,

che con salute e forza e virtù e buona

fortuna, si arrivi a morire dopo

tanti bei giorni, pieni di tantissime

cose di questo mondo o di un altro mondo;

e dopo tanti giorni e quella gioia soltanto

povera dei giorni. Io son felice,

a questo mondo, solo di questo e spero

che a me il destino procuri con le sue

pesti e le pietà e i suoi dolori

un solo giorno più bello di tutti questi

miei dolorosi giorni; o di questo mio

dolore si dimentichi per un solo

giorno.

mercoledì 16 giugno 2021

Alberto Toni

 

BIRD-WATCHING

 

L’upupa in giardino mi porta la poesia:

soltanto un frammento, l’equilibrio

dei sensi, la tenuta dell'occhio per quel tanto

che basta. Poi resta fissa nell'occhio

la cerimonia, come una danza di guerrieri.

È il tempo minimo, la sua visita nel verde,

nella pausa che sibila distanze. È l’evento

tra i tanti scacchi dell’ombra, dura quel

tanto che basta e il mondo si rinomina,

batte.

 

da Il dolore, Samuele Editore, 2016

lunedì 14 giugno 2021

Thierry Metz

 

DOV’È IL FRATELLO ALCHEMICO

 

 

Dov’è il fratello alchemico

uomo della prima

dell’ultima cena

dalla voce scarlatta, lieto

nell’avvampare delle mani

sulla tavola inventata

il volto in fiamme

come un’alba

come acqua

che si ritira meravigliata

come una notte

che si consuma

in oscura creta

il volto

come un uccello semplificato

 

Traduzione di Riccardo Corsi

 

da Sulla tavola inventata, Edizioni degli animali, 2018

venerdì 11 giugno 2021

James Joyce

 PERCHÉ LA TUA VOCE ERA AL MIO FIANCO


Perché la tua voce era al mio fianco

    Lo facevo soffrire, perché

Tenevo allacciata la tua mano.


Che dire, non c'è parola; che fare,

    Non c'è riparazione...

Un estraneo è ora l'amico di ieri.


Traduzione di Alfredo Giuliani


da Poesie, Oscar Mondadori, 1967


mercoledì 9 giugno 2021

Samuel Beckett

 L'AVVOLTOIO


trascinando la sua fame per il cielo

del mio cranio guscio di cielo e terra


scendendo verso i proni che dovranno

presto raccogliere la loro vita e muoversi


derisi da un tessuto che può non servire

finché fame terra e cielo non saranno rifiuti


Traduzione di Rodolfo J. Wilcock


da Poesie in inglese, Einaudi 1964

lunedì 7 giugno 2021

Ted Hughes

 TEOLOGIA


No, il serpente non

sedusse Eva alla mela.

Tutto ciò è sola

corruzione dei fatti.


Adamo mangiò la mela.

Eva mangiò Adamo.

Il serpente mangiò Eva.

Questo è il buio intestino.


Il serpente, frattanto,

fa il chilo del suo pasto in Paradiso -

sorridendo all'udire

il querulo richiamo di Dio.


Traduzione di Camillo Pennati


da Pensiero-volpe e altre poesie, Mondadori, 1973


venerdì 4 giugno 2021

Heinrich Heine

 VIAGGIANDO NOI DUE SOLI NELLA BUIA


Viaggiando noi due soli nella buia

sedia di posta tutta la nottata

abbiamo cuore a cuore riposato,

riso, scherzato.


Ma con la prima luce,

bimba mia che sorpresa!

passeggero bendato,

tra noi sedeva Amore.


Traduzione di Sergio Ferrero

da Passeggero bendato tra noi sedeva Amore, Sedizioni, 2015


mercoledì 2 giugno 2021

Silvio Raffo

 IL GIOVANE DOLORE


Giovane il mio dolore sorrideva,

il funesto sentiero delle lacrime

l'età svagata non riconosceva.

Il passo era leggero, e il gioco astuto

della luce un riflesso menzognero -

il mondo, un paradiso sconosciuto.


da Il giovane dolore, Puntoacapo, 2021