venerdì 30 ottobre 2020

Luigi Cannone

 

COME D’INVERNO IL GIORNO MENTRE PIOVE

 

 

Come d’inverno il giorno mentre piove

Contengo un’altra vita tra le cose

E più vicino, mentre tutto scorre

L’aperto transitare d’ogni tempo

Ed una volta ancora all’invisibile

Sorgere del sole. Così mi guardo

E vedo me stesso al fondo di un vuoto,

Un po’ voragine, un po’ vento forte

E all’orlo della vita e della morte.

 

(inedita)

mercoledì 28 ottobre 2020

Arnaut Daniel

 SE CADE FOGLIA

 

I

Se cade foglia

dagl’intrecci più in cima

e il freddo orgoglia

onde vi secca il vinco

di dolci trilli

vedo svestirsi il bosco

ma son vicino

d’Amor: chi vuol si tolga.

 

II

Quanto è gela:

non posso abbrividire

ché amor novello

mi fa il cuore inverdire;

non devo orrire

ché Amor mi copre e cela,

fa custodire

mio valor, mi governa.

 

III

Buona è la vita

se Gioia la sostiene

pur se la sgrida

uomo cui non va bene;

non so di che

accusare il destino

poiché a mia fé

del meglio ho una partita.

 

IV

Su druderia

non so in che lamentarmi

ché altrui pariglia

trasformo in retrozara;

con una pari

non so doppiar mia amica

ché una non pare

seconda non le sia.

 

V'

Non può esser croia

quella cui sono amico,

oltre Savoia

più bella non si ciba;

tal m’è gradita

che più ne ho io di gioia

che non Parìs

da Elèna, quel di Troia.

 

V

Non vo’ s’assembli

mio cuore ed altro amore:

giammai divergo

o volgo il capo altrove;

non ho timore

che quello di Pontrembli

ne abbia migliore

o una che le assembri.

 

VI

È tanto bella

chi mi serba gioioso:

le belle trenta

vince per il suo volto;

ben v’è ragione

che i miei canti allor senta:

sì è virtuosa,

di fin pregio opulenta.

 

VII

Or va’ canzone

e da lei ti presenta:

se lei non fosse

Arnaut non vi s’intenta.

 

 

Traduzione di Pietro Tripodo

lunedì 26 ottobre 2020

John Keats

 AL SONNO

  

O tu che soffice imbalsami la quieta mezzanotte,

e con caute dita, benigne, nel buio, riparo              

alla luce, chiudi i nostri occhi appagati,

scesi nell’ombra di un divino oblio;  

o sonno consolatore, chiudi se ti piace

nel mezzo di quest’inno i miei occhi cedevoli,

o aspetta l’amen, prima che il tuo papavero

sparga intorno al mio letto cullanti carità;

poi salvami, o il giorno passato brillerà

sul cuscino causando molti affanni;                         

salvami dalla vigile coscienza che perfora

come talpa e che col buio si rinforza;         

poi abile gira la chiave nella toppa oliata

e la cassa silenziosa della mia anima serra.


Traduzione di Francesco Dalessandro

 

venerdì 23 ottobre 2020

Francesco Dalessandro

SUL POETA


Un poeta, mi hai chiesto, come vive?

rinchiuso in una torre o segregato

in una cella al riparo dal mondo

che lo assedia? o in un caucaso

oscuro in una fossa senza fondo

dove luce non penetra? o s’immerge

nel fluire della vita fra la gente?

 

Vive ognuno a suo modo, in armonia

col mondo o disarmonico piagato

dal silenzio che nega la parola,

vive com’è concesso alla sua smania

e alla sua solitudine, in perenne

affanno…


(inedita)

mercoledì 21 ottobre 2020

Alessandro Ricci

SI COSTRUISCONO ZATTERE ANCHE


Si costruiscono zattere anche

per non salvarsi, per non

raggiungere approdi ma

perderli, e lo si fa

intenti, odiandosi quasi

serenamente, sapendo che

Penelope non aspetta

al di là del mare,

e nient’altro

che mare

c’è.   


da Tutte le poesie, Europa Edizioni, 2019

lunedì 19 ottobre 2020

Alessandro Ricci

 IL PESCE VIOLA

 

 Non ne ha il tempo, non

si pente l’incantevole

pesce viola che scivola

nell’acquario apparentemente

distratto.

 

Il dolore del suo arrivo

al così tanto faticato

equilibrio dei pesci

minori, è dolore

degli altri, dunque

ancora la propria gioia,

il velluto violetto delle

esotiche squame.


da Tutte le poesie, Europa Edizioni, 2019

venerdì 16 ottobre 2020

Patrizia Cavalli

 QUEI GESTI DATI A NOI IN SIGNIFICANZA


Quei gesti dati a noi in significanza

d'amore e di certissimo piacere

tu li trasformi per tiepida ignoranza

in esercizio stanco di mestiere,

e in parodia togliendoti al tuo bene

a me impedisci di gustarne il miele.


da Vita meravigliosa, Einaudi, 2020

mercoledì 14 ottobre 2020

Eleftherìa Sapountzì

DIECI ANNI DI GIROVAGARE


Dieci anni di girovagare.

E alla fine non vedo e né c’è

ragione di affrettarmi

nessuna Penelope invecchia per me.

Tutto si è fermato poco prima della fine.

Ancora solo nove giorni e

lui morto sulla terra.

Più tardi forse risorgerà, forse

si ritroverà anche con gli altri lì giù.

L’abitudine per fortuna non mi minaccia.


Traduzione di Viviana Sebastio

Da In tempo di eterno presente

lunedì 12 ottobre 2020

Anna Settevendemmie

 CANTO ALLA LUNA

 

 

Invece tu.

Il tuo occhio giallo.

La forma severa.

Di quale materia è fatta la tua pena.

Da dove quella stella che ti parla

nel dialogo che esclude noi.

E’ tracotanza non arrendersi ad esso.

E se sospendo vi vedo memorie

cosmiche crepe della ragione

nei notturni delle voci

lontane ma non ha pace

il sogno non ha pace se

breve la notte.


dalla raccolta inedita La casa senza pareti

 

venerdì 9 ottobre 2020

Roberto Coppini

 LA VOCE PENETRA LA SPIRALE DELL'ORECCHIO


La voce penetra la spirale dell’orecchio,

il doppio fondo di un io provvisorio

da cui ricevo notizie indecifrabili.

 

Se qualcuno si affaccia

fuori dal suo loculo, farnetica di guerra,

di stragi, come se una parola

potesse testimoniare a nostro favore.

 

Il tempo nidifica nella piaga. Il cieco

— non più diviso tra la ragione e i sensi —

sa, o immagina.


da Una remota notizia. Poesie edite ed inedite, sedizioni, 2017

mercoledì 7 ottobre 2020

Roberto Coppini

 IL CORPO FRUGATO NELLE SUE PIEGHE


Il corpo frugato nelle sue pieghe

non si ribella. Tutto ha una sua purezza,

meno che la parola, questa subornatrice

che munisce di fortilizi il deserto.

 

Il polline gonfia gli occhi. Mi affaccio

dietro casa, interrogo il volo degli uccelli,

il lavorìo della formica, che rotola

cibo per un inverno di là da venire.


da Una remota notizia. Poesie edite ed inedite, sedizioni, 2017

lunedì 5 ottobre 2020

Eleftherìa Sapountzì

MEMORIA MIA DI SETA


Memoria mia di seta

così delicata

chi ha vinto questa guerra

di trincea

nei volti – non scritti – nei corpi

negli amori fuori dalla storia?

Chi deve ha già amato?


Traduzione di Viviana Sebastio

da In tempo di eterno presente

venerdì 2 ottobre 2020

Anna Settevendemmie

 È SUONO LA MIA LINGUA 



È suono la mia lingua

prima che significato

come l’oceano è abisso

e il cosmo infinito

prima di essere pensato.

Ma allora cosa c’è prima.

Polvere, mi dirai, puro nulla.

Ma la polvere ed il nulla sono

fertili siamo noi prima di nascere.

I corpi celesti il corpo delle cose

che fanno corpo con l’universo.

È così bello guardare da dentro

la vita che scorre all’esterno.

Eppure ti fece paura un tempo.

Sentimento d’irrealtà

dissero.


dalla raccolta inedita La casa senza pareti