AL SONNO
O tu che soffice imbalsami la quieta mezzanotte,
e con caute dita, benigne, nel buio, riparo
alla luce, chiudi i nostri occhi appagati,
scesi nell’ombra di un divino oblio;
o sonno consolatore, chiudi se ti piace
nel mezzo di quest’inno i miei occhi cedevoli,
o aspetta l’amen, prima che il tuo papavero
sparga intorno al mio letto cullanti carità;
poi salvami, o il giorno passato brillerà
sul cuscino causando molti affanni;
salvami dalla vigile coscienza che perfora
come talpa e che col buio si rinforza;
poi abile gira la chiave nella toppa oliata
e la cassa silenziosa della mia anima serra.
Traduzione di Francesco Dalessandro
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