venerdì 31 marzo 2023

Hugo von Hofmannsthal

 ORA BUONA


Sono qui sdraiato, sulla cima, mi sembra, del mondo,

Qui non ho una casa, e qui non ho una tenda!


Intorno a me sono le strade degli uomini,

Su per i monti e giù verso il mare:


Essi portano le mercanzie, che piacciono a loro,

Inconsapevoli che ognuna la mia vita contiene.


Portano in ceste di giunco e di erba

I frutti dei quali a lungo non mangiai:


Il fico, lo riconosco, e ora rintraccio il luogo,

Che continuava a vivere, benché da tanto dimenticato!


E se a me quella vita, bella, fu trafugata,

E' rimasta nel mare, è rimasta nella campagna!


Traduzione di Elena Croce

da Canto di vita e altre poesie, Einaudi, 1971

mercoledì 29 marzo 2023

Francesco Dalessandro

 RAPIDO FUGGE IL TEMPO 

 

  

I

 

«Rapido fugge il tempo…» così canta

il poeta e si tormenta,

furtiva giunge l’alba 

e ferisce la notte «dalle labbra

l’anima mia si sporge nel respiro

a cercare la tua…»

 

 

II

 

«Ah, poesia, ti dilegui

nel vento che sussurra alla finestra

di questa casa nuova,

poesia, perché non segui

più i miei passi? mi metti

forse alla prova? oppure qui ti presti

agli inganni ai misteri

dell’amore che assalta

ai suoi furtivi sortilegi e affanni?»

 

 

III

 

Tu non sei dolce non sei remissiva,

poesia, ma sei la luce

che scende fra le torri e sulle prime

tenere foglie, l’ombra

nutrita di silenzio;

sei la coppia di rondini che zirla

allegrezza a primalba

e l’ombra del gabbiano

che nel giovane vento ne minaccia

il volo, se, poesia, tu non sei dolce

e non sei remissiva

ma riflessiva e attenta

alla mia pena perché ora vacilli

o minacci o mi assilli?

 

 

IV

 

Hai detto «la poesia mi sta lasciando

solo, come un amore

troppo timido, un tiepido

slancio di giorni giovani…» ma se 

le parole che graffiano

il buio confidenti non smarriscono

quelle piccole chiare

verità che non chiedono clamore

ma silenzio e se sono

luce alla notte che ci incalza – 

scrivi


*

Domani è il mio settantacinquesimo compleanno. Ho deciso di festeggiarlo con questa poesia. Bella o brutta che sia.

 

 

 

 

 

lunedì 27 marzo 2023

Francesco Dalessandro

Oggi è il diciannovesimo anniversario della scomparsa di Alessandro Ricci, poeta e amico. 

Questa poesia è una di quelle scritte da me in questi anni,  ricordandolo. 


DIRTI TUTTO

 

 Dirti tutto, tacere

quasi sempre. A chi vive

non è dato scambiare

anche il buio

ma il tuo per amicizia

avrei voluto cancellarlo.

«Non sono sempre triste»

dicevi «e la mia gioia

lei l’ha vista e sa come

e sa perché, ma i pochi

sorrisi, i tristi slanci,

l’amara verità sono figli

dell’uomo perduto che sono».

 

Non cercare solo fuori

la dimenticanza, solo dentro

la fuga, ma resta

in te, anche se la tristezza

è questa tua sera d’inizio

primavera, di fine dolore.

Non c’è più tempo e l’ora

è tutto il tempo. I treni

partono, tornano, cambiano

i viaggiatori. Non chi resta

alla stazione, smarrito

nell’addio, a distanza

di piuma, di carezze

leggere e sogna lei, loro

e si perde.




venerdì 24 marzo 2023

Massimo Morasso

 QUALCHE RARO ESEMPLARE


Qualche raro esemplare sostava

per un po' nella piccola baia

tra costa e canneto.

Una cicogna nera

una gru

un'aquila anatraia

dall'araldica pupilla.

Seguitava a pullulare l'acquitrino

in quel tiepido annuncio dell'estate

oltre il grido cadenzato dei fischioni

in lontananza.


da Nel ritmo del ritorno, Edizioni L'obliquo, 1997

mercoledì 22 marzo 2023

Massimo Morasso

 CI SONO CERTE NOTTI


Ci sono certe notti che il paesaggio

sembra muoversi con circospezione,

disporsi al nuovo cautamente

in un chiarore pieno di presagi

si attende a lungo

fuori di metafora

la svolta decisiva del linguaggio.


da Nel ritmo del ritorno, Edizioni L'Obliquo, 1997

lunedì 20 marzo 2023

Massimo Morasso

 TRA I CANNETI 


Tra i canneti a bordo lago, per l'osservatore non è raro imbattersi nella fòlaga, grosso uccello dalle mediocri carni e dal piumaggio nero-ardesia che può ricordare, imprevedibilmente, Genova.


da  Nel ritmo del ritorno, Edizioni l'Obliquo, 1997

venerdì 17 marzo 2023

Onofrio Lopez

 LA MIA ACQUA

 

Sotto il piedistallo che fa da vertice

alle vicende dovute al caso che in basso

mi rammentano i disamori archiviati,

annaspo nella mia acqua mossa

 

dall’alto avverto gli abbagli adulteri

del fiume fratello che dalla base

rifratta e ambigua non danno tregua

all’apertura ristretta dell’erta,

 

dai guizzi della corrente svapóra

un agire amorfo che lo sguardo

comprime assolvendo scelte pagate

divenute fossili senza rimborso,

 

l’atmosfera è morale, scendo

a contare gli scarti di verità travisate

i distacchi amari gli affetti traditi

atomi di pathos caduti sul fondo.   

 

  

Febbraio 2023

mercoledì 15 marzo 2023

Gilberto Sacerdoti

 CHE MARZO SIA GIOVANE...


Che marzo sia giovane e che marzo

sia un facile mese per l'inverno

che termina e l'inverno

sia spesso duro e dunque marzo

sia un mese più dolce non t'illuda.


E' vero che marzo molto asciuga

nutre e promette, ma inasprisce

e di quanto promette poi concede

meno di quello che tu creda;

che marzo sia dolce non t'illuda.


da Peltro e argento, Molosini Editore Venezia, 2022

lunedì 13 marzo 2023

Eugenio De Signoribus

 ACCOGLIENZA DELLA PROSA

 

Quando esci, parola,

di scatto o pensierosa

 

e vai in compagnia

per sciogliere la pena

 

ti seguo per via

ti lascio andare

 

anche se la scena

non è che turbinosa…

 

né ti chiedo di rientrare

né al mio respiro ti piego

 

tu sei l’altra nascita a me

la gemella dagli occhi chiari

 

da Un manoscritto domestico, Portatori d’acqua, 2022

venerdì 10 marzo 2023

Tommaso Campanella

 MADRIGALE

 

Stavamo tutti al buio. Altri sopiti

d’ignoranza nel sonno; e i sonatori

pagati raddolciro il sonno infame.

Altri vegghianti rapivan gli onori,

la robba, il sangue, o si facean mariti

d’ogni sesso, e schernian le genti grame.

Io accesi un lume: ecco, qual d’api esciame,

scoverti, la fautrice tolta notte

sopra me a vendicar ladri e gelosi,

e que’ le paghe, e i brutti sonnacchiosi

del bestial sonno le gioie interrotte:

le pecore co’ lupi fûr d’accordo

contra i can valorosi;

poi restâr preda di lor ventre ingordo.



mercoledì 8 marzo 2023

Silvia Bre

NON È L’ANNIVERSARIO DI UN’ASSENZA

 

                                   a Beppe Salvia

 

Non è l’anniversario di un’assenza –

è che ti trovo qui nei miei pensieri

come un custode fermo sulla porta

che dà sul mondo e sugli ingressi scuri,

con l’aria di chi ascolta una parola.

Noi ti pensiamo.

Andartene fu un ordine severo

al quale continuiamo ad obbedire –

siamo rimasti qui, dove ogni tanto

si nomina il tuo nome,

dove hai lasciato a respirare i versi:

stiamo al tuo posto – eredi di una sedia –

tra le cose. Ancora non sappiamo

quale male fu tuo che non è nostro.

 

Da Le barricate misteriose, Einaudi, 2001

lunedì 6 marzo 2023

Onofrio Lopez

 

ÁPEIRON

 

 Della resa dei conti rimase

l'idea di quel noi che formava

casualmente il nucleo solido

delle nostre differenze

 

dove il sogno svolgeva il ruolo

d’elevare la fortuita aderenza

dei corpi e delle menti

alla massima consistenza

 

respiri dilaganti esaurivano

l'appropriarsi reciproco

senza lasciare spazio vitale

al principio di sussistenza

 

ché il nostro tu ed io era fatto

d'aria e di terra in una specie

d'orbita sperimentale intorno

all’intrinseco desiderio di fuga.

 

venerdì 3 marzo 2023

Gerard Manley Hopkins

A CHE SERVE LA BELLEZZA MORTALE?

 

A che serve la bellezza mortale /- pericolosa; spinge il sangue  dan-                   

zante - l’O-suggello-così / del sembiante, forma slanciata più superba

di quella a cui conduce / l’aria di Purcell? Vedi, fa questo: scalda

il genio dell’uomo alle cose / che sono; a ciò che significa bene –

dove un’occhiata domina meglio / di sguardo fisso – fisso e confuso.

Quei cari ragazzi, freschi umidi frutti / abbattuti da tempesta di guerra,

un padre, Gregorio, una volta / come avrebbe potuto spigolarli

da una Roma gremita? A una nazione / Dio offrì la preziosa occasione

di quel giorno. All’uomo incline / a adorare una roccia o sterile pietra,

dice la legge: Ama le più degne / cose d’amore, fossero tutte note;

al mondo le più care, l’intima natura / umana, raggiante da forma e volto.

Come fare, allora, per incontrare / la bellezza? Semplicemente incontrarla;

in cuor tuo riconosci il dolce dono / del cielo; poi lasciala, allontanati.

Sì, ma a tutti, auguratela a tutti / la grazia, la suprema bellezza di Dio.

 

(1885)


Traduzione di Francesco Dalessandro



mercoledì 1 marzo 2023

Gerard Manley Hopkins

 

FELIX RANDAL

 

 

Felix Randal il fabbro, allora è morto? tutto compiuto il compito                                      

mio che ne osservai la tempra d’uomo di forte ossatura e robusta

bellezza patire, patire fin quando si smarrì la sua ragione

e i quattro disordini fatali, lì incarnati, tutto si contesero?

 

Il male lo spezzò. All’inizio imprecò, insofferente, ma avuta

l’estrema unzione e il resto si pentì; più puro era il cuore

da mesi, da quando gli offersi il dolce perdono e il riscatto.

Oh, il Signore gli doni il riposo, in qualunque modo egli l’offese.

 

Assisterli, ci rende gli infermi più cari, e ci rende migliori.

La bocca ti diede il conforto, il contatto placò le tue lacrime,

le tue lacrime mi toccarono il cuore, Felix, figliolo, povero Felix Randal;

 

com’eri lontano dal pensarlo allora, in quegli anni tumultuosi,

quando possente fra i tuoi pari alla dura fucina irregolare 

forgiavi per il gran grigio da tiro il suo lucido sandalo battente!


Traduzione di Francesco Dalessandro

da Sonetti terribili, Il Labirinto, 2003