COMPLEANNO
uno sperpero di luce alle finestre
aperte: l’alba, il chiarore nella stanza
più interna della casa si fa ombra
devota: ristoro al risveglio, prolunga
il torpore dona calore i sensi
già svegliandosi fervidi al risorto
affanno della colpa del pensiero,
pungolo al nuovo giorno poi che l’ora
beata e casta di perdizione e perdono
svanirà presto nel pigro e sensuale
prolungarsi di raggi fra tagli di persiane
scolorite, svolta rapida al mattino
in cui forma diversa potrà avere forse
la vita, non atteso e non temuto giorno
in cui migliore sembrerà l’avvenire,
svettante fiamma cremisi di speranza
e rimpianto –
pietà, pietà dell’ora, dèi
generosi e famigliari protettori
del compleanno, pietà del tempo e dei
miei passi drogati di sonno, sia pace
in questo giorno dell’anno
in cui l’amore non è eccesso ma fiorito
tabernacolo e vacanza
se in tanta
derelizione mattutina appiglio
di fede non c’è, né pentimento
che possa sacrificare ai quarantuno
anni di passione e morte, né cuore
o fiore da acquistare o conquistare
col solo merito di sguardi innamorati,
né giunto il tempo che su pascoli
amari ci strina la passione, tormento
dei sensi, potrò scegliere l’amore
che l’illusa speranza del sole
marzolino, estremo inganno, ai vetri
impolverati regala, se domani aprile
acqua sul fuoco getterà invernale
tornerà l’aria o l’umor nero i freschi
e nubilosi giorni opprimerà
da L’osservatorio, Moretti & Vitali, 2011