QUA E' MEGLIO
Qua è meglio datare mattina, pomeriggio,
sera eccetera,
perché l'impressione è che non manchi molto.
da L'arpa romana, Il Labirinto, 2007
QUA E' MEGLIO
Qua è meglio datare mattina, pomeriggio,
sera eccetera,
perché l'impressione è che non manchi molto.
da L'arpa romana, Il Labirinto, 2007
COME E' CALMA QUESTA MISURA
Come è calma questa misura alla fine.
Eguale a se stesso il pensiero
pochissimo muta,
oggi estate, domani autunno,
il sonno e la veglia,
quasi intatta al bivio
la speranza senza miracoli.
Maschera appena il senso di vuoto
la donna compita della casa di fronte,
vista nel suo, dubitosa o soddisfatta,
e questo ritorno generale dalla domenica,
incerto fra la natura e la noia.
da L'arpa romana, Il Labirinto, 2007
DONNA CON GATTA
Che meraviglia vederla giocare
con la sua gatta: quella mano bianca
e la bianca zampetta azzuffarsi
per scherzo nell'ombra della sera.
Lei che, scellerata, nei mezzi guanti
di filo nero teneva nascoste,
chiare affilate come un rasoio,
le alabastrine unghie micidiali.
E l'altra pure, uno zuccherino,
rinfoderava l'artiglio tagliente,
senza che il diavolo perdesse niente...
E nel salottino dove tintinnava
sonora la sua aerea risata,
quattro punte di fosforo splendevano.
Traduzione di Gianfranco Palmery
da Gattesca, Il Labirinto, 2007
I SOGNI DEI GATTI
Dove vanno i sogni dei gatti, dove
evaporano? Alle porte di quale
felice paradiso felino si affollano
a volo portando i loro volubili
desideri? Da quei gracili crani
si levano in volute invisibili come
dalla sua lampada il genio che in lieve
evanescente flutto fumoso si agita
nell'aria - oh i gatti sono davvero
calde lucerne di carne dove abita
uno spirito possente e serpentino
che solo il sonno libera e librandosi
sui loro corpi anellati nelle mutevoli
forme del sogno ha il suo solo destino
(31.VIII.89)
da Gattesca, Il Labirinto, 2007
LA GATTA MIAGOLA FORSE MI DICE
La gatta miagola forse mi dice
cosa le manca che cosa l'affligge
eppure ho scaldato le ho messo vicino
all'uscio il suo prediletto cuscino
Sentila come incomincia a dolersi
si alza e così neanche questi due versi
che scrivo per lei mi lascia finire
graffia la porta vuole proprio uscire
Uno spiraglio le ho fatto e felice
evade nel freddo la piccola lince
mentre precipita giù la burrasca
al favoloso improvviso piovasco
da Gattesca, Il Labirinto, 2007
NON C'HA OCCHI 'STA GATTA MIA
non c'ha occhi 'sta gatta mia
che me l'accarezza tutta e
tutta se smania, povera fija...
griggetta come er fumo,
tutta accondiscendente
co' me che so' fumo e gnente
de botto m'aritrovo n' faccino
tra 'ste mano secche,
je schiocco un bacio ar volo
lì... tra le recchie
lei me guarda co' l'occhi sua
buji e zozzi de muco
s'arza, se stiracchia e
me mostra er buco.
da Gattesca, Il Labirinto 2007
CONGEDO
Sottoterra non vive spirito o senso:
le ceneri peregrinano, poi si confondono.
Atomi elevano le montagne, monumenti,
che illuminano lampade, senza ricordo accese.
Dolce per me sarebbe e per te profondare nella quiete,
sul tuo seno assaporo una più certa morte;
non più ascolteremmo, sparte membra nel suolo,
scendere di soppiatto, fra le viti, la sera.
Per noi, sulle montagne, ora s'accenderebbero
quelle immobili lampade sepolcrali.
da Senza figure, Il Labirinto, 2006
PORTE E FINESTRE
Non senti? - Sangue e chitarra! -
Rispondi!... a dannarmi vado forte.
Nessuna, barbara, mi ha messo alla sbarra,
lasciato così a lungo urlare in morte!
Né fare un purgatorio come questo!...
Tu non vedi né senti i miei passi,
il tuo occhio è chiuso, è buio pesto:
dammi un segno: - Lascerò che passi.
All'inferno ho lastricato la tua via.
C'è gran subbuglio tra i dannati...
Sconosciuta e proprio senza garanzia!
Se non ci sei... tienici informati!
Alcadi da dannare non ne ho più,
non faccio che dannare me stesso,
sciorinando serenate da ossesso...
- Da dannare rimani solo tu!
Trduzione di Gianfranco Palmery
Da Quel rospo sono io, Il Labirinto, 2006
DICEVI 'N TEMPO
Dicevi 'n tempo de volé solo Catullo,
Lesbia, più che de fattela co Giove,
e m'eri cara nun tanto da amante
ma come 'n padre ha care fije e generi.
Mo so chi sei e si brucio anche più forte
pe me vali de meno, guasi gnente.
Come pò esse? dichi: è che a 'st'offesa
chi ama ama de più, ma er bene scenne.
Traduzione in romanesco di Ottavio Sforza
Da Vivemo, Lesbia mia, famo l'amore, Il Labirinto, 2008
LESBIA, TU TI DIVERTI A PORTE APERTE
Lesbia, tu ti diverti a porte aperte
e non nascondi gli amori rubati;
t'attizza più il guardone dell'amante,
non ti piace giocare di nascosto.
La meretrice adopra tende e chiavi
coi ficcanaso; rare le fessure
anche in un lupanare del Summemmio.
Imita Chione e Iade nel pudore:
l'urna stessa nasconde la puttana.
Ti sembra tropporigido il divieto?
Lesbia, ti dico di non farti sfottere,
non di non farti fottere.
Traduzione di Sauro Albisani
Da Roma liberatutti, Il Labirinto, 2010
SÌ
Veleggiano i cipressi
sopra il monte alte
onde bellezza intelligenza
non tesa al controllo
e nel danzare del cielo
apri la mano
Una nobile urgenza
svuota la sera
da Tieni aperto, Il Labirinto, 2012
UN SASSO PER CUSCINO
- Un sasso per cuscino -
ripetevi
- Per tutti gli anni
della mia giobinezza -
il cielo stellato
di Grecia e d'Albania
nei tuoi giorni migliori
e una tenda per casa
in eterno trasloco.
Come coperta
l'affetto dei compagni
e una voragine aperta
nel petto e nello stomaco.
Ammalato di fame
e di attesa
contavi i passi
che mancavano
a casa.
Passavano la sera
due ragazze
con loro, sempre,
una gallina bianca.
Nel silenzio finalmente ridevi
per gli appuntamenti mancati.
da Ritorno, Il Labirinto, 2022
SCISSURA
da colei cui piace guardare
In sé inizia e cresce e lontano
finirà in avvenire ferendo
con un taglio il resto del dopo,
incide il prima che sanguina
e il dopo che si dissangua
prima è il suo tempo e dopo
la fine che attende chi ama
e lotta al buio con l’angelo
«Sesso del tempo è quel taglio
fra prima e dopo scissura
dove l’onda lenta incalzante
si gonfia e percuote la vita
che sporca e dolce di bianco
in deliquio s’apre e l’inghiotte
nel vuoto voglioso per farsi
in eterno suo trono sua tomba»
(inedita)