CINQUE POESIE
*
Il colore dei fiori
nel mese oscuro e freddo.
Cerchi d'oro sulla terra
inventano nuovi giochi
e parole senza peso
per infinite corse.
Ho conquistato il cuore della notte
con un grido
tra le foglie del sonno.
Sopra la ruota del cielo
volano gli ultimi uccelli.
Sono lontani i pensieri di libertà.
*
Calendario d'attesa per queste ore
di neve. Ultimo albero in giardino
dove i bambini giocano.
Vince nell'ignoto la torre
dei rami - altre storie destinate
al nulla.
E a guardare la neve si rimane
meravigliati.
La sera dipinge la sua fredda
geometria, tra gli ultimi
echi del gioco.
Nel nulla profondo
troppo tardi - un destino come ferita,
uno spazio come un tappeto d'erba.
*
Ecco nel raggio di luce
il risveglio sopraffatto dal nulla.
La descrizione che abbandona
il sonno, scuote l'ombra,
si rivolta nell'atteso assalto.
Alla finestra si specchiano le realtà -
le finestre chiuse.
*
A quali ombre mi sono per sempre
legato? A quali altri nomi discesi
nuovamente negli anni
della solitudine?
Se sia davvero l'ombra dei naufragi
non so dire.
*
Quello che manca è un'ala tenera
di pensieri, un immediato senso
di vero. Qui, dentro il giorno in città
e dentro il raggio di sole
sulla strada.
Soltanto il vento sui capelli
dà il movimento.
Via Lattea, n. 10, luglio-dicembre 1992
Negli anni Novanta del secolo scorso si pubblicava, a Catania, una piccola rivista letteraria, «Via Lattea», diretta da Benedetto Macaronio (direttore responsabile era Claudio Fassari). La redazione era composta da Luigi Amendola, Alberto Cappi, Salvatore Cataldo, Alessandra Giappi e Renato Pennisi. Da «Via Lattea» ripropongo alcuni testi significativi.