mercoledì 20 novembre 2024

Eloy Sánchez Rosillo

 ANCORA LA POESIA      

 

Era da tempo ormai che la mia mano

non scriveva più versi e mi dicevo

spesso:

              “Può darsi che non tornerai

più a scriverne; magari la poesia

non vuole appartenerti o accompagnarti, 

né donarti il fervore che rendeva 

bella la vita; a volte è immeritato

ardere in questo fuoco, pronunciare 

le parole che i cieli concedono a chi è degno 

di celebrare le cose del mondo 

e averne sulle labbra il sentimento”. 

                Spesso m’accompagnava 

questo pensiero nell’inquieto andare 

solo come un proscritto nella notte

che non regge più il peso della colpa 

né il dolore d’esser stato scagliato 

nell’ombra da un mandato 

severo ed implacabile.

 

E guardando quegli alberi che crescono

in una vecchia piazza della città in cui vivo,

il volo di un uccello ed i fulgori

misteriosi di un corpo che s’abbandona sento 

che la parola non ha più il potere

di riversare sulla carta bianca

la grazia ed il tremore della vita.

 

Pure infine stasera, d’improvviso,

mentre il sole già stanco se ne andava

e non immaginavo d’esser chiamato ancora,

ho sentito una voce che diceva:

 

“Prendi la penna, scrivi”.


Traduzione di Francesco Dalessandro


Da Las cosas como fueron, Tusquets Editores, 2018

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