ANDROMEDA
Ora l’Andromeda del Tempo, senza pari
per ingiuria o bellezza, da questa rude roccia
scruta i due corni della costa, il fiore, parte
del suo essere, condannati a cibo per il drago.
In passato fu insidiata e inseguita da molti
flagelli e colpi, ma oggi ode da occidente
ruggire una bestia selvaggia più d’ogni altra,
più capace di mali, più sfrenata, più laida.
Indugia il suo Perseo, lasciandola allo stremo?
Cuscini d’aria egli calpesta per un po’, i pensieri
sospende su di lei, sembra che l’abbandoni,
mentre, morsa da spasimi, la pazienza di lei cresce;
allora egli scende, impensato, a disarmare
con armi e nudo ferro di Gorgone / cappi e artigli.
(1879)
Traduzione di Francesco Dalessandro
da The Poems of Gerard Manley Hopkins,Oxford University Press, 1970
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