IL
SIGNOR COGITO MEDITA SULLA SOFFERENZA
Tutti
i tentativi di allontanare
il
cosiddetto calice amaro –
con
la riflessione
l’impegno
frenetico a favore dei gatti randagi
gli
esercizi di respirazione
la
religione –
sono
falliti
bisogna
accettare
chinare
mitemente il capo
non
torcersi le mani
ricorrere
alla sofferenza con misura e dolcezza
come
a una protesi
senza
falso pudore
ma
anche senza inutile orgoglio
non
sventolare il moncherino
sulle
teste degli altri
non
picchiare col bastone bianco
alle
finestre dei sazi
bere
l’estratto d’erbe amare
ma
non fino in fondo
lasciarne
avvedutamente
qualche
sorso per l’avvenire
accettare
ma
al tempo stesso
distinguere
dentro di sé
e
possibilmente
trasformare
la materia della sofferenza
in
qualcosa o qualcuno
giocare
con
essa
ovviamente
giocarci
scherzare
con essa
con
grande cautela
come
con un bambino malato
per
strappare alla fine
con
schiocchi giochetti
un
esile
sorriso
Traduzione di Pietro Marchesani
da
Rapporto dalla città assediata,
Adelphi, 1993
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