UNA
SERA D’INVERNO
Una
sera d’inverno Gaio Valerio
Catullo
aveva finito di scrivere
in
perfetti falèci di Acme
e
Settimio, il carme dolcissimo
sull’amore
eterno.
La
nebbia sul Garda aveva
sbiancato
il pelo dell’acqua
fra
la riva e le barche,
per
tutto il giorno.
Quella
mattina, per la seconda
volta,
aveva sputato sangue.
Ricordò
nitidamente il volto
di
Lesbia, gli sorrise.
Da L'editto finale, Il Labirinto 2014
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