HIC ABUNDANT LEONES
I
I cartografi
antichi,
disegnando le
mappe della terra,
nelle regioni
alte,
sulle ignote
pianure inesplorate,
mettevano una
frase:
“Hic abundant leones”.
II
Col passare degli
anni
quando la vita con
tratto deciso
cancella il nostro
tempo di riserva
e la maturità ci rende
inclini
a un finale di nostalgie
inguaribili
e contro un’agonia
di sterili bilanci,
per i vicoli
oscuri dove siamo condotti,
la frontiera impalpabile
di questo lato d’ombre,
non restano che
frasi come quella
dei cartografi
medievali:
“Hic abundant leones”.
III
Di formule così,
noi, gli umani,
nutriamo la poesia;
la poesia, cioè
niente di diverso
dell’offrire al
linguaggio
la fragile
occasione
di esprimersi su
quello che ignoriamo.
“Hic abundant leones”
potrebbe essere
anche
uno degli
esorcismi che fondano la vita.
Perché cos’è
poesia? e cos’è la vita?
Dire quel che
ignoriamo,
sentire
l’inspiegabile,
popolare il
mistero di leoni.
Traduzione di Francesco Dalessandro
da La isla, Pre-textos Poesia, 2002
Nessun commento:
Posta un commento