Interrompo la serie di tre poesie dedicate a Euridice (la terza di Vladimir Holan la leggerete lunedì), per segnalare che domani (18.15-19.30), alla Keats-Shelley House, piazza di Spagna 26, Roma, si terrà una lettura degli straordinari sonetti di Elizabeth Barrett Browning dedicati al marito Robert Browning. L'evento è anche una delle ultime occasioni per poter ammirare la mostra temporanea invernale "Robert Browning, Reporting from Rome" che prende in esame la storia del poeta inglese Robert Browning (1812-1889) durante e dopo la sua permanenza in Italia e che include una serie di ritratti e manufatti in prestito da Provost & Fellows of Eton College, raggruppati insieme nel Cabinet of Curiosities. Tra questi oggetti c'è anche lo splendido anello di fidanzamento risalente al diciottesimo secolo che Browning diede alla sua amata Elizabeth Barrett.
NB: Ho saputo che i posti sono purtroppo già esauriti.
DUE SONETTI
XIV
Se devi amarmi, sia solo per amore
e nient’altro. Non dire: «È per lo sguardo
e il sorriso che l’amo, per il modo gentile
di parlare, per una finezza di pensiero
che risponde alla mia, perché un giorno
mi fece sentire sereno». Queste cose
cambiano in sé, caro, o possono cambiare
per te: come è fatto può essere disfatto,
l’amore. E non amarmi nemmeno
per la tua compassione che mi asciuga
le guance: se chi a lungo hai confortato
dimentica di piangere perde il tuo amore.
No. Amami solo per amore, affinché
tu possa amare in eternità d'amore.
XIX
Il Rialto dell’anima ha le sue merci.
Al mercato, io baratto riccio con riccio.
Dalla fronte del mio poeta, uno il cuore
ne riceve, più pregiato di merci rare,
nero come porpora - o le purpuree, cupe
trecce che sulle bianche fronti delle muse
apparvero agli occhi di Pindaro. Per tale
corrispondenza, credo, l’ombra del lauro
che t’incorona indugia sul tuo riccio – così nero!
Col filo lieve del respiro di un bacio
lego l'ombra, che non scivoli via, e il dono
qui sul cuore assicuro: perché come
sulla tua fronte non gli manchi il calore
naturale, finché non geli il mio la morte.
Traduzione di Francesco Dalessandro
da Sonetti dal portoghese, Edizioni Il Labirinto, 2002, rist. 2014