LA COLPA
Fugge
il piccolo gatto
dal
suo persecutore, il ragazzino
che
gioca e non capisce quel che fa.
Come
un fulmine salta
su
un mandorlo e là cerca
rifugio
in mezzo ai rami.
Crepita
la canicola d’agosto.
Arde
la siesta di luce terribile.
Sul
campo mietuto il sole gira,
come
brace senza misericordia.
Dall’alto,
il gatto guarda
il
bambino che tira
una
pietra, poi un’altra, e un’altra ancora
su
quel fagotto vivo e spaventato.
Che
forza miserabile,
quale
maledizione incosciente lo spinge
finché
riesce a colpirlo?
L’animale,
per terra,
perde
abbondante sangue dalla bocca,
miagola
triste, ha strani
convulsi
movimenti e infine resta
immobile
vicino
al
piccolo che allora
capisce
che è la morte
quello
che adesso accade
lì
davanti ai suoi occhi,
senza
rimedio. Dopo un po’ ritorna
a
casa spaventato, confuso, a testa bassa,
pieno
d’angoscia, agitato,
sulle
spalle portando già per sempre
il
peso della colpa.
Traduzione di Francesco Dalessandro
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