venerdì 11 gennaio 2013
Gerard Manley Hopkins
IN ONORE DI SANT’ALFONSO RODRIGUEZ
DUE VERSIONI DI UN SONETTO DEL 1888
1a VERSIONE
La gloria è il fulgore dell’impresa, noi diciamo, e i mortali
colpi che già sfregiarono la carne, fregiarono lo scudo,
saranno la lingua di quel tempo, ora, squille del campo
di battaglia, testimoni, sul combattente forgeranno
la vittoria. Sul Cristo lo fanno, sul martire lo possono;
ma quando la guerra è interiore, la spada impugnata
non si vede, l’acciaio non riveste l’eroico petto,
la terra non ode il fragore della più furibonda contesa.
Ma colui che modella montagne, continenti,
terra e tutto, del resto; lui che con sottili incrementi
stillanti vena viole e gli alti alberi fa crescere più alti
seppe colmare una carriera di conquiste, scorrendo
nel frattempo anni e anni di un mondo senza eventi,
mentre a Majorca Alfonso custodiva la porta.
2a VERSIONE
L’onore s’irraggia dall’impresa, noi diciamo; e i colpi
che già squarciarono la carne, scrostarono lo scudo,
saranno la lingua di quel tempo, ora, squilli del campo
di battaglia, sul combattente forgeranno il suo giorno
di gloria. Sul Cristo lo fanno e sul martire possono;
ma essendo la guerra interiore, il brando impugnato
non visto, non rivestito d’acciaio l’eroico petto,
la terra non ode il fragore della più furibonda contesa.
Pure Dio (che modella montagne e continenti,
terra e tutto il resto; che con stillanti incrementi
vena viole e fa crescere gli alberi sempre più alti)
seppe colmare una carriera di conquiste, scorrendo
nel frattempo anni e anni di un mondo senza eventi,
mentre a Majorca Alfonso custodiva la porta.
Traduzione di Francesco Dalessandro
Da The Poems of Gerard Manley Hopkins, Oxford University Press, 1970
Le due versioni sono dell'autore, naturalmente, prima che del traduttore.
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