mercoledì 13 marzo 2013
Camillo Sbarbaro
A VOLTE SULLA SPONDA DELLA VIA
A volte sulla sponda della via
preso da un infinito scoramento
mi seggo: e dove vado mi domando,
perché cammino. E penso la mia morte
e vedo me già steso nella bara
troppo stretta fantoccio inanimato...
Quant’albe nasceranno ancora al mondo
dopo di noi!
Di ciò che abbiam sofferto
di tuttociò che in vita ebbimo a cuore
non rimarrà il più piccolo ricordo.
Le generazioni passan come
onde di fiume...
Una mortale pesantezza il cuore
m’opprime.
Inerte vorrei esser fatto
come qualche antichissima rovina,
e guardare succedersi le ore,
e gli uomini mutare i passi, i cieli
all’alba colorirsi, scolorirsi
a sera...
da Pianissimo, Marsilio, 2001
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