[...]
O donna in cui la mia speranza vige,
E che soffristi per la mia salute
In inferno lasciar le tue vestige,
Di tante cose, quant’i’ ho vedute,
Dal tuo podere e dalla tua bontate
Riconosco la grazia e la virtute.
Tu m’hai di servo tratto a libertate
Per tutte quelle vie, per tutt’i modi,
Che di ciò fare avei la potestate.
La tua magnificenza in me custodi,
Sì che l’anima mia, che fatt’hai sana,
Piacente a te dal corpo si disnodi.
[...]
da Paradiso, XXXI, vv. 79-90
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