Pascolando mi vado a passi lenti
pensoso via per questo solaretto
dove è ’l mio cor incarcerato e stretto,
sligato de le man d’ogn’altre genti.
Per la parete ai bucarelli attenti
stan gli occhi, sta l’animo soletto
sol per veder quel volto benedetto,
che notte e dì mi dà tanti tormenti.
A l’alba levo e guardo al bel coperto
che chiude in sé quei radii de la dea,
a cui gran tempo ho già lo spirto offerto.
Così mi struggo in questa vita rea,
che, s’io non fossi a tal fatiche esperto,
m’ucciderei qual Dido per Enea.
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