(SOPRA UN VERSO DI FRANCO FORTINI)
l’aria del mattino sulla spianata
rasa o deserta brucia ogni pensiero
che s’arrischi oltre la terra piegata,
stadio dell’allerta è uno stato o maniero
fortezza a fattiva norma impiegata,
l’aria del mattino su d’un sentiero
di pietra piantata è morbo o malaria
d’una ratio produttiva o gregaria
da Winterreise – La traversata occidentale, CFR Edizioni, 2012
Leggere Manuel Cohen è per me una boccata d'ossigeno nel panorama spesso pallido e confuso di tanta poesia contemporanea. Ho letto due volte "La traversata occidentale" e vi ho riconosciuto sin da subito "la voce del poeta". Peraltro, nella mia seconda lettura mi è tornata in mente un'opera incompiuta di Pasolini: "La divina mimesis" che nasce dall'idea di riproporre una moderna e laica Divina Commedia in un inferno neocapitalistico in cui il poeta si smarrisce, rivivendo tutti gli episodi del viaggio dantesco. Anche "la traversata" di Manuel Cohen nel nostro mondo occidentale è un viaggio oscuro e periglioso ed egli sa bene che il poeta non è un profeta di verità, ma un piccolo essere smarrito che talora si difende con l'ironia lieve e sottile, costretto a fare i conti, come il Dante- Virgilio pasoliniano, con una civiltà in frantumi e che, nel dolore della distruzione misto alla speranza della fondazione, esaurisce, nella vertigine del dubbio, il suo mandato. Infine di Cohen ammiro il rigore nella costruzione dei versi: rimane netto il confine fra poesia e prosa, come a mio avviso è giusto che sia. La musicalità, il canto permangono intatti pur trattandosi di poesia civile. Grazie Manuel come ai redattori di questo bellissimo blog. Rosa Salvia
RispondiElimina