Brancolando verso il letto dopo una pisciata
schiudo le tende spesse: le nuvole veloci
e il lindore della luna mi fanno trasalire.
Le quattro: l’intaglio delle ombre si stende nei giardini
sotto un cielo cavernoso, netto di vento.
C'è qualcosa di ridicolo in tutto questo,
nel modo in cui la luna se la fila tra le nuvole, che soffiano
sfilacciate come fumo di cannone, per mettersi in disparte
(in basso una luce color pietra affila i tetti)
alta, assurda e distaccata –
Losanga d’amore! Medaglione d’arte!
Oh lupi della memoria! Immensità! No,
ti prende un brivido sottile a guardare lassù in alto.
La durezza, lo splendore e la semplice
e vasta unicità di quello sguardo
sono un ricordo della forza e del dolore
della gioventù; non potrà tornare,
ma in qualche parte resta, per gli altri, intatta.
Traduzione di Enrico Testa
da Finestre alte, Einaudi, 2002
Una delle più belle, se non a più bella (secondo me) poesia di Larkin, "Church Going", non è ancora stata tradotta in italiano, per quanto ne sappia... Dalessandro, datti da fa...
RispondiEliminaAh, bella, sì! Ma tosta. Ci penserò.
RispondiEliminaMi sono appassionato da poco alla poesia..non conoscevo questo autore, ma questa poesia è cruda e bellissima davvero! Grazie di avermelo fatto scoprire!
RispondiElimina