Questa non è terra per i giovani. Qui l’acqua
rancida nutre alghe voraci e poi corrotta
fermenta tra le pietre antiche infette
costrette ad esibirsi per gli sguardi
ebeti di popoli bastardi.
Qui tutta l’estate è efflorescenza
putrida e lucrosa sopra i resti
di un tempo invivibile ma immoto:
l’estate è miserevole mercato
dell’ostentata morte del passato.
Qui l’acqua corrotta è corruttrice
di giovani lascivi ed indolenti
che eruditi in ignavia e in ignoranza
dimenticano o irridono anche il resto
di magnifici edifici d’intelletto.
Chi all’ombra loro sosta troppo a lungo
s’educa allo sguardo e al disincanto
del tempo che corrompe e innobilisce;
assorto dal passato non conosce
la forza dell’uomo che costruisce
e quando egli parte non gli è dato
scordare gli alti segni del passato.
L’oro che conosce è già brunito;
all’anima sua solo domanda
di dire forte il tempo che comanda.
Da Fabbrica minima e minore, Pratiche editrice, 1979
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