a Sandro, in memoria, nel dodicesimo anniversario
Sera e mattina sotto ai cornicioni
e al filo delle gronde
garrula schiera rima e poi si svia
alle aperte campagne.
Tu, compagno dei giorni,
a saltuarie confluenze
di vita ti disponi, né ti lagni
o ti affanni. In un verso
opaco per lacune ed omissioni
il granchio che ti morse si trascina
a cercarti nel cuore
di una notte d’inferno
priva d’ogni calore e d’ogni luce,
spenti per sempre i tuoi occhi buoni.
*
Porta un messaggio stretto in una chele.
Camminando all’indietro
come la Storia incontro
ti verrà al boccascena del teatro
del mondo dove stanco come Zònara
ti toglierai la maschera
e un pubblico turbato
ma non ostile capirà l’angoscia
del tuo ridire dei grandi occhi
di lei e del suo cuore
dolce o feroce nella vampa
dove sarai consunto,
lasciando che il silenzio mangi il tempo
rimasto al nostro vivere infedele.
(inedita)
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