Portare la poesia in dono sullo scheletro delle labbra a chi non interessa la poesia. Camminare incontro alla chiglia del giorno con il sole che ti bruca la faccia, in esso riconoscere la felicità degli ebeti. Stendersi in un prato, sedersi sulla panchina di un parco suburbano contro un cielo sereno.
Rialzarsi nel vento senza i soliti mulinelli in testa, essere lieto della neve, dei detriti, degli aghi di ghiaccio sulla carotide. Penetrare nella cordigliera del sonno senza più voce, finalmente muto, in spregio alle nuvole che ti burlano.
Da Trittico del distacco, Passigli Poesia, 2015
Nessun commento:
Posta un commento