Io non vivo in me stesso, ma divento parte
di ciò che mi circonda; e le alte montagne
per me sono un sentimento, ma il brusio
delle umane città è una tortura: non vedo
niente in natura da odiare, salvo l’essere
un legame riluttante in una catena carnale
classificata fra creature, quando l’anima
può fuggire e col cielo, la cima, l’ansante distesa
dell’oceano, o le stelle, si mischia, non invano.
Traduzione di Francesco Dalessandro
Da Childe Harold’s Pilgrimage, Canto III, stanza 72
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