POESIA DEDICATA ALLA SINFONIA LENINGRAD DI SHOSTAKOVICH
Cogliere traccianti di tempo
senza preavviso, lontani nell’inseguire
coni di luci alte e dilatate
cannoni, elmetti e sangue rappreso
nel clangore degli ottoni gelidi di
Leningrado; tu che hai subìto
l’eterno della guerra lampo
ora sai rivivere la sinfonia dell’attimo
che poi non resta molto; gli archi all’unisono
sono crescendo ruvido, questa battaglia
è rappresentazione viva di te perduto
nella radura dove vegli sul giorno
lontano che porterà via la pioggia.
(inedita)
mercoledì 30 agosto 2017
lunedì 28 agosto 2017
Eloy Sánchez Rosillo
DA CÉSAR FRANCK AD AUGUSTA HOLMÈS
(Quintetto per piano in Fa minore)
1
(Molto moderato quasi lento – Allegro)
Quando più non speravo che qualcosa turbasse
la quiete ordinata che scelsi per la vita,
tu apparisti, e d’un tratto tutta la pace che poco per volta
pazientemente avevo conquistata se ne fuggì da me:
una vivida fiamma mi abita adesso l’anima.
Tu forse non comprendi cosa vuol dire questo per un uomo
che è stato sempre, come me, davvero molto solo
a dispetto di pochi amici, della loro fedele compagnia,
e della lunga gioia coniugale che mi ha dato mia moglie.
È come se d’un tratto nella desolazione
di un albero ancorato nell’inverno cantasse
un usignolo e i rami nudi sotto l’influsso della musica
la grazia ricordassero del verde.
2
(Lento, con molto sentimento)
La vita per me è stata un cammino assai duro
di fallimenti ai quali non piegai mai lo spirito,
perché ho sempre saputo che l’artista che lavora
con onestà al servizio del Signore e dell’opera
rare volte riceve l’attenzione della gente
del suo tempo; attenzione stimolante,
ma in fin dei conti all’arte innecessaria.
Sotto queste alte volte della chiesa è trascorsa
la parte più feconda e bella dei miei giorni:
cera ed incenso con i loro odori, nelle cerimonie
sacre, i brusii devoti dei fedeli in preghiera,
sempre mi accompagnarono, mentre io cercavo,
seduto qui nel coro, alla tastiera docile
di quest’organo amico, d’esprimere nel modo
migliore l’inquietudine che mi serrava il petto.
Sono stato felice, in certo modo, perché accettai
con umiltà il fluire quasi anonimo
del destino, sebbene a volte scoramento e noia
mi venissero accanto.
3
(Allegro non troppo, ma con fuoco)
Ma oggi so che la gioia
fu solo l’ignoranza del tuo arrivo in un giorno
qualunque, che è bastata la tua sola presenza
a distruggere la pace ottenuta con sforzo.
Come negarmi alla dolcezza con la quale mi guardi,
al riso così libero, al fulgore che t’avvolge,
alla luce che brilla sul tuo labbro quando mi chiami.
Io non so, non lo so, ma benedico questa follia
che mi scuote lo spirito e mi riempie di sole se ti vedo.
Ringrazio Dio per averti creata, per averti concesso
di venire ad un tratto a cambiarmi la vita;
perché ormai io non sono più lo stesso, benché agli occhi
di tutti sia quello di sempre e nessuno, nessuno sappia
che penso solo a te, che ti amo e che per te è la mia musica.
Traduzione di Francesco Dalessandro
da Hilo de oro, Antología poética, 1974-2011, Catedra, 2014
https://www.youtube.com/watch?v=UPuRosNmLfE
https://www.youtube.com/watch?v=UPuRosNmLfE
venerdì 25 agosto 2017
Carlo Alberto Parmeggiani
PSEUDO STESICORO
Se di salso
sapevano le labbra
di bianca dea
fanciulla che Odisseo
impaurito dalle
onde di Scherìa trasse,
di mele Cidonie
sanno le tue,
dispensatrici di
dolcezze
che mi traggono
fuori dall’autunno
e dall’abisso
del nero Tàrtaro
che aspetta
ch’io discenda nei
suoi recessi cupi.
da Ventotto frammenti (di anonimi lirici greci),
inediti
mercoledì 23 agosto 2017
Corrado Govoni
GOVONILAMPI
*
una rondine ha
fatto
il nido nel tuo
reggipetto
*
Alla luce dei
fulmini incursori
la casa fu
castello di fantasmi,
era mortale
entrarvi,
chiamata
dall’amore.
Restasti scalza,
senza volontà
sulla soglia allagata,
sopra la rossa
soglia flagellata
così assente e smarrita
con la sola camicia della luna
*
da una finestra
altissima
una ragazza nuda
piena
illumina la via
deserta
da Govonilampi, a cura
di Pietro Cimatti, Edizioni della cometa, 1981
lunedì 21 agosto 2017
Juan Ruiz
ESSENDO
TU L’AMORE
Essendo
tu l’amore (immaginai),
appena
mi guardasti e con dita
che
indovinano il tempo toccasti
il
presente suscitando un me
da
me diverso (che con quel
minimo
gesto te divenne, oh
perdendosi
e trovandosi, nuovo
fato)
nascesti dall’assenza,
pensiero
unico a mostrare il
miracolo,
sogno che non può
cambiare
e correggersi mentre
rivive
in te solo la parola
amore, tu essendo l’amore.
(inedita)
venerdì 18 agosto 2017
David Maria Turoldo
NON DITE MAI
Non dite mai cosa sia la
vita:
un pozzo d’acqua sorgiva
nel deserto,
la ghirlanda di colori
intorno al collo dei
colombi in amore
un raggio di luce nel buio
di una cella
o il silenzio dell’alba
quando sorge la luce…
da Il grande male, Oscar Mondadori, 1992
mercoledì 16 agosto 2017
Juan Ruiz
COME AVERTI, TU LONTANA
Come
averti, tu lontana, se l’estiva
vertigine
del tempo ti nasconde
al
desiderio, alle salive dell’amore?
E
possederti se mi manchi?
Ti
possiedo col ricordo e col sangue
che
s’accendono quando ti penso.
Ti
possiedo con la bocca affamata,
con
le labbra, con la lingua lesta.
Ti
possiedo in silenzio. Ti possiedo
con
lo sguardo. Di più: con il pensiero.
Di
più: con l’intenzione. Ti possiedo
con
attesa e attenzione, con l’ansia.
Ti
possiedo da lontano aspettando
il
tuo ritorno, per riaverti e possederti
chino
sulle tue labbra, nell’ardore
della
penombra, nel fuoco del letto…
(inedita)
lunedì 14 agosto 2017
Francesco Paolo Memmo
NUGAE
Discorro di minime cose
di privati destini
ad esempio del miglio
da dare agli uccellini
Mento a me stesso nel
sonno della mente
Mentre volano via le giornate
in forzato riposo
a me alieno
o in innocue battaglie
quanto meno
Oggi che la scrittura
non mi dà più piacere
anzi mi fa paura
*
Mi chiedo quale sia
e quale mai sarà
l’estrema unzione
l’estrema funzione
l’ultima poesia
il capitolo della
capitolazione
*
Vai piano, stai calmo, mi
ripeto,
attento a non sbagliare, rifletti,
evita il trucco, scansa il
tranello.
Ma poi dove la metti
l’ira, la rabbia, la
sacrosanta
trasgressione del divieto,
l’inaudita voglia che m’agguanta
di vendicarmi a colpi di
martello?
*
Geme un verso sul fondo
della pagina
E se nelle sue sillabe
il segreto del mondo
si celasse?
Tu raccoglilo prima
che sia tardi
accompagnalo in rima
ad onta del ludibrio
come sopra un asse
sottile d’equilibrio
da “Cantrappunto”,
bimestrale di poesia e arte, Piovan Editore, Novembre-Dicembre 1984
venerdì 11 agosto 2017
Juan Ruiz
TU NON ESISTI
Tu
non esisti. Perché non ti vedo.
Questo
dicono gli occhi, ma le mani
e
le labbra ricordano tenere prove.
Sei
vera e vieni e mi liberi dal dubbio
della
tua inesistenza, liberandomi
così
dal mio patire. A occhi chiusi
ti
vedo e la voce, palpabile e densa,
combatte
i miei dubbi per affermare
finalmente
che esisti, che il patire
e
il piacere mi accolsero e trattennero
redimendo
col tatto anche il silenzio.
(inedita)
mercoledì 9 agosto 2017
Michele Colafato
BASHŌ E LA RANA
Un mattino il poeta Bashō
sentì una gran pace dentro
e invece di correre
a scrivere un haiku
si rilassò in quello che
stava facendo
– stendere il bucato ad
asciugare
sulla canna.
Fu in quel momento
che udì la rana tuffarsi
nel vecchio stagno: plof!
da AA. VV. Per una gentile compagna di viaggio, Dieci
omaggi a Nancy Watkins, Fàmmera Edizioni, 2o17
lunedì 7 agosto 2017
Marco Caporali
CORPI SI OFFUSCANO
Corpi si offuscano alla
distanza
nessun corpo fa ombra.
Sembra riposo lo stato d’allerta
per sentirsi più simili
alle piante
e non cedere all’evidenza
di coloro che se ne vanno
quando le nuvole assumono
forma d’albero e gli alberi di nuvola.
da AA. VV. Per
una gentile compagna di viaggio, Dieci omaggi a Nancy Watkins, Fàmmera
Edizioni, 2o17
venerdì 4 agosto 2017
Edoardo Ferri
DI TE VORREI CAMBIARE
Di te vorrei cambiare
quelle mani tormentate
ma il tempo mi ha insegnato
che sono anch’esse canto
del tuo corpo impaziente
e lieve come la parola
preziosa delle tue caviglie.
(inedita)
Di te vorrei cambiare
quelle mani tormentate
ma il tempo mi ha insegnato
che sono anch’esse canto
del tuo corpo impaziente
e lieve come la parola
preziosa delle tue caviglie.
(inedita)
mercoledì 2 agosto 2017
IL MADRIGALE
8 - Luigi Tansillo
Sol nacqui a
tormentarmi
in questa valle
d’ogni pena e doglia!
Ma chi di vita e
libertà mi spoglia,
non voi, ch’io
mi lamenti.
Fàllo sol,
perché il duolo sia maggiore,
non sfogando
l’ardore.
O vita piena di
martìri e guai!
Io non cesserò
mai
di dir: ch’è
lieto sol chi more in fasce
ovver chi mai
non nasce!
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