IL SINDACO DEL VILLAGGIO
Pianeta di penombre
cui nessuna stagione si
concede
né violenta né mite
un orto riarso esplori
dove secche radici non
sanno rifiorire:
come il tuo volto
lo bruciò la salsedine.
L’età
e la fatica del remo
ti curvarono le spalle.
Così esisti. Né vecchio
né nuovo il tuo dolore
è abbaglio senza scie.
Ti reca un suono d’acqua
da lontane memorie
un’intenzione,
qualche incerta presenza
che si svela
e si ritrae. Nel cuore
vecchie ferite mai
rimarginate.
Nulla ti corrisponde.
Solo dura
il vento di libeccio la
marea
che batte il
promontorio.
Le tue smanie la sera
tutte placa meno una!
Ti conforti sapere che
il tempo
è legame ma non
attenzione.
da L'isola (inedita)
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