I.
Questa città non esiste, puoi soltanto sognarla.
Dove i gabbiani coi rostri tagliano la tela
Di un cielo assurdo e solo, e l’acqua nei canali
Ha lo stesso colore impenetrabile di stagione
In stagione. Silenzio e putrefazione.
Come batteri all’assalto di un corpo
Stremato, i vaporetti catapultano mercenari
Pronti a sperdere la loro cieca meraviglia
E a chiederti a che ora chiude questa giostra.
II.
Tiziano al mattino, pomeriggio il Petrarca
Di Manuzio e Giorgione. Notturno
A Campo Santa Margherita, sestiere
Di Dorsoduro. Gli studenti non camminano
Mai soli. Raramente qualcuno si siede.
L’oscurità fa il cielo informe, le luci
Sui canali lo distraggono, le stelle
Corrono verso il largo, oltre la Giudecca
O la terraferma. Un passo irregolare di streghe
Tra le calli, anche se non è carnevale.
Con che forza vorresti fermarle, stelle
E streghe, finché l’oscuro s’incrina
E l’alba avanza col suo fiato pesante,
Il vento che a tratti asciuga i rintocchi.
da Forse un
altrove. Ipotesi di viaggio attraverso la poesia
antologia di
prossima pubblicazione presso “Il Labirinto”
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