LARI
Caro
lettore, ho cambiato casa.
Da
bambino studiavo Api vivente,
il
dio egizio, alle elementari.
Nella
stalla
ruminavano
i buoi. Io in silenzio
m’avvicinavo
alla sua mangiatoia.
M’interessava
l’occhio
grande
come il mio viso, un pianeta.
Mi
guardava, il dio della pazienza,
allungare
le mani,
e
non smetteva mai di ruminare:
un
dio, un dio mi entrava nella mente
scacciando
mosche e tafani
con
la coda,
ritmicamente.
Non
c’è posto, lettore, per i libri
nella
mia nuova casa.
Anche
nei libri cercavo qualcuno,
non
ricordo più chi,
non
torna a galla.
Ho
sistemato i libri nella stalla.
La
mangiatoia è uguale
a
quella che riempivo d’erba fresca.
Provo
a chiudere gli occhi.
Ora
allungo la mano, titubante,
senza
sfiorare la pupilla.
Non
so cosa cercavo dentro i libri.
Sono
pesanti, polverosi.
Non
so cosa cercavi,
continuo
a domandarmi sorridendo.
E
non vola una mosca
mentre
poso la biro.
Da
qualche parte
dentro
un sussidiario
c’è
ancora il dio Api.
Il
suo respiro.
da Forse un altrove. Ipotesi di viaggio attraverso la poesia
antologia
di prossima pubblicazione presso “Il Labirinto”
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