Sonetto LXXIV
Non darti pena quando il fatale arresto
che rifiuta cauzione mi porterà via;
la mia vita è partecipe dei versi
che con te resteranno in mia memoria.
Rileggendoli tu vi rivedrai
quella parte che a te fu consacrata.
Solo terra alla terra: ciò le spetta;
mia miglior parte, lo spirito è tuo.
Così resti di vita avrai perduto,
sola preda dei vermi il corpo morto,
vile conquista del coltello d’uno scellerato,
troppo di te più umile per esser ricordato.
Il suo valore è quello che contiene,
e quello è questo e questo a te rimane.
Traduzione di Francesco Dalessandro
da Ladro gentile, Il Labirinto, 2014
Nessun commento:
Posta un commento