mercoledì 31 marzo 2021

Torquato Tasso

 ULTIMO CORO DAL “RE TORRISMONDO”

 

 

   Ahi lacrime! ahi dolore!
Passa la vita e si dilegua e fugge,
Come gel che si strugge. 
Ogni altezza s’inchina e sparge a terra
Ogni fermo sostegno:
Ogni possente regno
In pace cade alfin, se crebbe in guerra.
E come raggio il verno, imbruna e more
Gloria d’altrui splendore; 
E come alpestro e rapido torrente,
Come acceso baleno
In notturno sereno,
Come aura o fumo o come stral repente,
Volan le nostre fame; ed ogni onore
Sembra languido fiore. 

   Che più si spera o che s’attende omai?
Dopo trionfo e palma 
Sol qui restano a l’alma
Lutto, lamenti e lagrimosi lai.
Che più giova amicizia o giova amore?
Ahi lagrime! ahi dolore!

 

 

lunedì 29 marzo 2021

Giorgio Bàrberi Squarotti

 

LA FINE

 

Come tutti gli altri giorni ci fu chi

andò lo stesso al bar, chi telefonò per affari o anche soltanto

per parlare nel vuoto della stanza,

quando la luce si fa troppo crudele

se nessuna presenza la interrompe,

chi fece l’amore a lungo, approfittando

della lentezza del tempo, quasi immobile

sotto nuvole spesse e brevi tratti

di sereno un poco troppo azzurro,

ma più tardi molti uscirono, ragazzi

e vecchi, poiché la pioggia non venne

né venne altro, forse, anche se c’erano

tracce (ma un poco dubbie) per la strada,

barattoli vuoti, un po’ di paglia, giornali con caratteri mai visti

qualche muro sbrecciato, qualche macchia

bruna, segni di zoccoli, un vago puzzo

di zolfo e fumo, anche se le fabbriche erano ferme

e molti amici mancavano nei luoghi

consueti e non c’era quasi traffico e tutto era

come se un’infinità di gente fosse appena

partita.

 

Torino, 19 gennaio 1978


da Da Gerico, Guida Editori, 1983

venerdì 26 marzo 2021

Francesco Dalessandro

 FIGURE DI NOTABILI


Che sera, questa d’inverno

dal torbido imbrunire

con immagini d’acqua 

e figure imprecise,

grigie sotto gli ombrelli!

Se ci guardiamo allo specchio,

se cerchiamo nella memoria

non troviamo che partenze

e arrivi nessuno; 

troviamo segreti risvegli 

che donano ricordi

ma nessuna certezza,

oltre un grido nel sonno.

Ci consumiamo in una muta 

attesa.

Che cosa ci distolse dal capire?


Se potessimo ancora dissipare

i nostri giorni 

e di ciò non curarci;

se potessimo ancora

lasciare che la vita

ci scorra tra le dita come sabbia,

ora che un attimo

non ha più la durata dell’eterno

ma lo spessore di un vetro…

Usciamo a smarrirci

nella nebbia (un giornale

non letto tra le mani).

Un motivo di voci ci insegue

in strada. Lunghi fari

ci abbagliano. Il cauto morire

di qualcosa

dietro di noi, un’insegna

o un ricordo, ora colma 

l’attesa…

Ma cosa ci distolse dal capire?




mercoledì 24 marzo 2021

Alberto Toni

 

VIVO COSÌ

 

 

Vivo così: d’attesa,

spergiurando su cosa mai può essere:

cuculo, tortora d’attesa. Oscilla il lume,

la calda mano degli altri.

 

 

da Vivo così, Nomos Edizioni, 2014

lunedì 22 marzo 2021

Alessandra Paganardi

 CHIEDILO AL VERDERAME


Chiedilo al verderame

all'anima viscosa di petrolio

veleno per il male


ti dirà che il dolore è nelle foglie

le loro vene contorte di fame

lo sanno che la vita non guarisce


eppure fanno come le stagioni

o i pensieri arrivati all'improvviso

dal cuore o dalla schiena

da una polla di gioia di paura


parassiti mutanti invincibili

non si può mai farli morire


da La regola dell'orizzonte, Puntoacapo, 2019

venerdì 19 marzo 2021

Giovanna Sicari

 SIAMO A BORDO


Siamo a bordo

non v'è ruggine sul fiocco

non si spezza sotto vento l'esca

del mio amo. Mantieni la rotta

appena sarai lassù, tienimi forte.


Se sei pronto per simili averi

su quel cavallo verde di fanghiglia

non sferrare assalti al cielo.

Abbiamo ambedue una ragione di fuoco

uguale tempesta, uguale partitura.

S'intende l'innocenza, stasera

il suolo ci raggiunge, si sospetta

della verginità ancora intatta.

Amore non so, non voglio sapere

se dalla via s'intravede

la statua risorta.


da Sigillo, Crocetti, 1989

mercoledì 17 marzo 2021

Francisco Chica

 TRA IL FUMO...


Tra il fumo delle candele e l’antico mormorio delle preghiere nell’aria trema l’eucaristica fiamma dell’amore.

In un angolo, il fuoco della fede incendia un viso. “Tu mi ami?” Le mani si accarezzano nel buio e sull’altare aleggia il bacio.


Traduzione di Francesco Dalessandro

da En la piel, Puerta del Mar, 1985

lunedì 15 marzo 2021

Domenico Adriano

 LE PAROLE DEL PADRE SAETTAVANO


Le parole del padre saettavano

insieme a una miriade

di rondini verso i due nidi

della casa di fronte, guizzavano

con le loro ombre sul muro. "Guardate!

i passeri hanno di nuovo occupato

i nidi delle rondini, le compagne

aiutano per cacciarli via".

La lotta durò, il frenetico assalto

alla grondaia, l'equanime ira.


Come pala d'altare

nel prato attiguo mio padre

fece in tempo a indicarci una diversa

guerra. Su un piccolo albero

pendevano pere grandi,

vi s'avventavano cornacchie, merli,

storni, ripetevano l'infinita

scena del giusto pasto quotidiano.


da Dove Goethe seminò violette, Il Labirinto, 2015

venerdì 12 marzo 2021

Fernanda Romagnoli

 

ROSAIO

 

Quando agosto è al finire

il mattino s’annuncia con clarini

di fuoco. Esco nel lampo del balcone,

di sonno intrisi ancora

sulla nuca i capelli e la mia veste

m’è fastidiosa.

                            Lente alla ringhiera

stanno le rose, ansiose di sfiorire,

e invocano il pugnale delle vespe.

 

Ma Iddio manda fra loro

un’ape che ne serbi la memoria

quando il morto rosaio non sarà

che una corona di spine.

 

da Mar Rosso, Il Labirinto, 1997

mercoledì 10 marzo 2021

Rodolfo Di Biasio

 POEMETTO DEL VETRO


1.

È questo questo mio

un gesto che rimane vuoto

nella notte

Sul vetro s'infrange:

su esso trema pure la voce

da sempre di me

deformata immagine

Fuori non altro

che i graffiti del vivere

sotto un curvo cielo:

è questo il cielo dei deserti

che ci inchioda alla terra

ci svuota della residua luce

È al nostro tremore

che consegna il tragitto arcano

delle sue costellazioni


L'anima si fa spenta marea


2

Sul vetro raschia un sordo vento:

l'usuale vento dei vicoli

delle buie dimore

dei notturni cani nei crocicchi

Una nenia la sua

che scivola sul vetro

scivola sull'anima

e si sperde un attimo dopo

nello spessore desolato del silenzio


3

Un fiore esso pure

il dolore,

che il vento mi rifrange

e scompone poi

in moltitudine di petali


da Patmos, Stamperia dell'arancio, 1995


lunedì 8 marzo 2021

Onofrio Lopez

UN TRAGUARDO NELL'ERBA


Il bruco cade - non c'è distrazione,

non c'è danno - sulla panca di legno

a generazioni dal tempo universo del tiglio

basilica (sua) di abnegazioni; fenomeno,

si avvolge nell'urto accanto

a una mano che poggia su bordi solidi,

come un'altra trattiene un corpo

in dispersione ferma.

Visti dall'alto, circa un busto, la caduta

e il seguito sono il prodromo di un legame

al diluirsi corrotto di primavera

e estate. Dimenticare il contrasto

serve a poco, rientra la scelta inutile

di fedeltà, l'animale disossato

non fa vita di relazione, ha un traguardo

nell'erba grigia.


da L'esperienza, Quaderni di Barbablù, 1986

venerdì 5 marzo 2021

Tommaso Lisi

 AD OGNI GIORNO BASTA LA SUA PENA


Ad ogni giorno basta la sua pena

o di sole o di pioggia, ma al mio cuore

la pena si rinnova in tutte l'ore.

M'acceca il sole della tua bellezza

lontana, ed alla pioggia del tuo addio

marcisco come foglia nella mota.

A me fu vita il giorno che ti vidi,

e da quel giorno è vita il ricordarti.

Vivo perché t'amai, perché non t'ebbi

ti ricordo piangendo. Ho già vissuto

la non-vita, fanciulla, se nemmeno

il dolce del tuo bacio ho conosciuto.


da Corrispondenza, L'Officina Libri, 1981 

mercoledì 3 marzo 2021

Carlo Bordini

 CANDID CAMERA


L'abitudine alla meditazione

genera uno spirito tranquillo,

ma talvolta si è indotti allo

sconforto

dall'inanità della vita umana.

Solo osservando le vie

che ai nostri destini conducono

e le miti vite dei cani e degli

asini

nel sole di mezzogiorno

si comprende la nostra castità.

Si può avere l'esatta nozione

della bicicletta che cammina,

l'ombra dei raggi sulle strade

fanno pensare a lontane estati,

quando con la vestina trasparente

eravamo trasparenti sul fondo

del mare.

Ho passato una pessima estate - 

illuso dall'estate -

in un bungalow troppo caro.


[...]


da I costruttori di vulcani, Luca Sossella editore, 2010

lunedì 1 marzo 2021

Pier Antonio Quarantotti Gambini

 TRAMONTO


Come un'anguria il cielo si fa rosso.

Ed il sole si cala in fondo al mare

come una rana d'oro dentro a un fosso.


4 aprile 1965