venerdì 4 agosto 2023

Plinio Perilli

 

ALLA SUA DONNA

 

1.

«…Tu sei me!...»: strano, fulminante lapsus del cuore,

mistero affabulante e riemerso, breve etica del telepatico,

incipit già finalistico… Ma se sbagliando d’Amore sconfino,

compiutamente e meglio dal profondo m’esprimo. «…Tu sei

me?…» ripeto a riderne, vacillo duplice e amputato.

Ciacolando, conversando, errai goffo nel lessico – ma

non nel cuore: ché anzi proprio la sintassi, la dialettica,

suprema mi riafferma coinvolto, si proclama sincera.

 

2.

«Tu sei me?...» – insisti, retrocedi arrestata sul mio

spontaneo, irridente e gaudioso interrogarmi d’equivoco,

di sano, viscerale impaccio già illimpidito. Riflesso

che guida, irradia messaggi, cifrato segnala sé stesso.

Fedele, azzurro specchio infrangibile: malinteso benefico,

enigma allegro e dogmatico, verità accertata ma

indimostrabile… Più pesante sbatte l’ala ferita,

poi il suo stesso volo la cura, la riabitua all’aria:

a donarci, primigenia e indubbia, tanta formula di levità.

 

3.

Io dunque vivo di te, ardore che anela il reciproco,

pulsa e teorizza il suo cuore: persegue amabile a riderne

come per un madornale sfondone dialogico, sublime refuso

dell’anima. E ad entrambi l’Ego, l’Es, i compiace: perché

al contempo soprattutto, freudiana, tu sei me. Formula

piena e vitale, equazione insostenibile ma necessaria,

mistero assai ben risolvibile… Come un giocatore che

alla Dea Fortuna, all’alea bendata s’arrenda – eppure

estenuato si dichiari, si speri vincente, le sue carte

getti, sopra tutte in tavola –: ricco, forse, sarà

d’altrui: o proprio l’altro impreziosisce, autorizza a vincerlo.

 

4.

Esìgimi, assoggèttami! Come giurassi un sommo, eterno voto:

di me sei parte, conquistata frazione e costrutto –

ardua, sentimentalistica mèta ancestrale, indivisibile

binomio che l’assoluto raddoppia. Venerando te sola, anima

certo alla mia più simile – ma tutto amando il mio prossimo

come (o forse più di) me stesso… Qui l’Evangelo s’avvera:

la parabola perfettizza, trascendentale s’arrende ai fatti.

ci camuffa più saggi e limpidi – come sguardo che breve, puro

tracude il cielo: ricordo che tutto include il suo tempo.

 

5.

Giacché chi ama brucia e trasmuta nell’Altro, puro sirito

nutre, s’affanna e trasmigra – vi persiste e lo include:

ed è dal tuo Io (da ciò che troppo ci è proprio, pertiene

a noi stessi) che l’Io s’estranea, s’allontana – ti rivela

e ci salva. Parificami! Concorda gli antipodi!: passione

appassionante e patìta. Dammi e fammi tuo corpo. Dillo

tuo. Comprendimi, infuso ausculta il mio cuore, esigilo…

Ditti mia; credici, accoglimi, completami, fondici.

 

6.

D’insieme, infine, facci rinascere – mutami in qualcun

altro che di profondo, pudìco, ti somigli. L’inconscio

epurami, il pregiudizio sensuale, le tare nevrotiche:

ossimoro aguzzo e dolcissimo, Chiamami, Pàrlati. Battezza

nostro ciò che mai più sarà anonimo… Inclinato e ruotante,

ribalta il globo! – mai onirico irridi, lenisci il mio

mondo, questa dolente ferita che non si chiude, spurga

sangue incolore: caldo, fecondo flusso d’un bene tacito.

 

7.

Quasi che a entrambi un figlio, una creatura nascesse –

un manifesto lirico, da ogni coppia già promessa di pace:

una vita nuova da adempiere, mostrare agli increduli,

d’intenzioni elevata, profusa nei gesti, aurea dedita

a Dio: l’altissimo, nudo Amore che si dichiara a tutti,

svela ciascuno e l’egoismo perdona, affratella, ribalta umile

– rinnega la finitezza, il parziale; ci abbraccia d’un

orizzonte più vasto, gnoseologico ci assegna il premio

d’un sacro connubio carnale: plasmata costola biblica:

Tu m’ispiri, Io t’immedesimo – specchio che ferma un sogno.

 

Via Lattea, n. 10, luglio dicembre 1992


Negli anni Novanta del secolo scorso si pubblicava, a Catania,

 una piccola rivista letteraria, «Via Lattea», diretta da 

Benedetto Macaronio (direttore responsabile era Claudio 

Fassari). La redazione era composta da Luigi Amendola, 

Alberto Cappi, Salvatore Cataldo, Alessandra Giappi e Renato 

Pennisi.

Da «Via Lattea» ripropongo alcuni testi significativi.


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