mercoledì 29 agosto 2012
Luigi Fenga
PREGHIERA
Corpo brutto grazioso, orribile incantevole,
tu, l’esistente, l’unico, il senza nome
(mentre
il piacere mi assale, onda gigante, a farmi
gli occhi persi, e abbattuto mi impiomba),
in questo letto di rose d’ortiche, che lunghe
ore vuote che silenzi che bianco, senza il tuo
caro peso
(la notte lancia in volo farfalle morte,
l’aurora sparge spoglie violette, dalla finestra
penetra un fiato spento),
e questa sera come
sei già violato, come sei già goduto, prima
che in te io mi consumi per quel lampo,
mio corpo appassito, sfatto accidioso olio,
come sei gatto fermo immobile di cotone
(o le mie mani ti hanno svuotato e sei gonfio
del mio sconforto, o per me già si spalanca
il ritorno alla grotta)
davanti a lei che aspetta,
ignuda luna, laghi azzurri di pupille,
stelle rosa dei seni,
mio corpo, tu che hai
fonde radici in terra, rami in cielo, e tutto
sei, gioia lutto, dai e sottrai amore, mio
condannato, non condannarmi,
(questa
sera guardo là dove di me sta in ansia
la più leggera delle mie parti vive,
la silenziosa che si scioglie, l’anima)
ascolta, te lo chiedo da questo poco fuoco,
fammi rientrare in te, corpo brutto grazioso,
orribile incantevole, l’unico, l’esistente,
finché non esista l’Altro, l’ignoto, l’elefante
che carezza, la tigre che ride nel bosco d’oro.
(inedita)
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