lunedì 13 maggio 2013

Attilio Zanichelli


POESIA


Ah dolce poesia come tremano le lampade! L’ora
accoglie il sudore! Spremo il salice a gridare
che, se la luce lo scioglie, quasi è un verbo
dentro e mi parlerà. Tende all’estremità
della terra la sua angoscia, bevendo
la pioggia notturna, ora che nulla è corrente!
Il velo che la rischiara dietro ogni desiderio
non abbatto, ma cerco un istante, una lucerna
cauta che ricomparirà, con la gioia di vivere!
Eppure io sono come una crepa, e il mio sangue
non è atteso; la mia morte forse è soppressa,
i miei passi verso di te sono incerti, e ricamo
con un gesto questo tuo splendido altare!
Sicché tutto sulla mia fronte è un disegno oscuro
di ferite a cui coadiuvo con il seme che perdo,
con le mie rose eterne, con il mio credo inutile
che tu possa solo un attimo di felicità dividere
con la vita dell’uomo! È questo il gioco
cui attendo da sempre, la foglia che ricade
di amore sopra la tenera vita, ma non è fuga
dalla vita la poesia che arde nella tua anima!

Da Una cosa sublime, Einaudi, 1982

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