Vorrei essere il sole
che t’indugia su spalle e ginocchi,
lasciando il color delle viole
intorno ai bruni tuoi occhi.
Vorrei essere il vento,
che t’investe e ti abbraccia,
e ti sussurra parole
sfiorandoti in faccia.
Vorrei essere il mare,
che le caviglie ti lambe, e poi tutta
ti accoglie.
Chi più di lui ti può amare?
Vorrei essere l’aria,
che ti carezza i capelli con dita
di luce; l’aria
da cui respiri la vita.
Vorrei esser la sabbia,
che – al sole al mare al vento
di sé ti fa nido,
o pura come un grido
di gioia infantile,
librata come zampillo
in cielo d’aprile:
tu, la più bella
di tutte, e di tutte
la più gentile.
26 luglio 1962
da Al sole e al vento, Einaudi, 1970
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