O dolce selva solitaria, amica
de’ miei pensieri sbigottiti e stanchi,
mentre Borea ne’ dì torbidi e manchi
d’orrido giel l’aere e la terra implica;
e la tua verde chioma ombrosa, antica,
come la mia par d’ogn’intorno imbianchi,
or, che ’nvece di fior vermigli e bianchi,
ha neve e ghiaccio ogni sua piaggia aprica;
a questa breve e nubilosa luce
vo ripensando, che m’avanza, e ghiaccio
gli spirti anch’io sento e le membra farsi:
ma più di te dentro e d’intorno agghiaccio,
ché più crudo Euro a me mio verno adduce,
più lunga notte e dì più freddi e scarsi.