mercoledì 29 gennaio 2014

Salvatore Ritrovato

DOMANI

Era un dicembre di tanti anni fa
e un’alba come questa la sentivo
nascere dalla strada
quando ancora dorme la casa,
portarmi nel suo limbo
di soffi chiari e lenti,
a voci che mi accerchiano;
e nell’acqua che sale in cielo e piove
nelle ore corte del giorno
e si raccoglie nelle fogne,
si fa rugiada, imperla poi le foglie
le tegole, scorre sui vetri,
perdersi infine come l’ho lasciata.

Per te canto l’ombra all’ingresso
della magnolia e il nespolo
a ovest che prende freddo
e la grondaia che l’accarezza;
per te, quando mi chiami
presto e vorrei finire allora
allora la poesia di un solo verso,
invisibile, alla finestra.
Ma sono già le otto e piove e torno a letto.
Segue un bisbiglio dal pozzo
di luce, una hit parade
movimenti aerei di fune
nella nebbia, lo schiocco
inerte di mollette,
al tavolo che apparecchio
tra caffè e biscotti secchi.
L’anno nuovo torna nel suo vecchio
parallelo passato, ogni ombra
nell’iride di uno specchio,
queste parole in un abisso
silenzioso e domestico,
quello che nuotava dentro
nella tua pancia,
suo orizzonte segreto,
piccolo bastimento
girino da niente, batticuore;
la vita mi sorprende.

Ma t’imploro non dire altro,
ballata senza rima,
se torno in cucina e ancora dorme;
cerco le chiavi e gli occhiali
persi in un’altra casa, il tempo manca
mancando ci rimorde.
Vedrai laggiù che cieli azzurri e mari,
le dirai, domani.

Da L’angolo ospitale, La vita felice, 2013

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