TRIUMPHUS CUPIDINIS
a Dora, domani, per i 41 anni di vita in comune
Più sussurro che voce erano i versi
il trionfo di un eros che non conobbe
mai resa appagandosi solo se gli occhi
voraci si saziavano – complice la luce
matura del primo pomeriggio penetrante
dalle tende semichiuse nella camera guscio
vuoto in cui l’amore si accuccia nei giorni
estivi – del tuo corpo bruno di sole acre
di sudore e di sale quando stremata «lasciami
riposare» pregavi ma convinta e vinta
dalle carezze che la lingua ai tuoi golfi
umidi e colli prodigava ti piegavi
e ti aprivi per accogliermi ardente
brace languente cera…
da Ore dorate, Il Labirinto, 2008
E ancor bella, la poesia e la modella!
RispondiEliminaUna meravigliosa storia di passione ardente, alimentata giorno dopo giorno. Complimenti al poeta e auguri anche alla bella creatura a cui la poesia è dedicata. E' bello leggere di storie d'amore in cui, come direbbe il dio indiano Shiva, si è rimasti con intensità "nel fuoco dell'inizio".
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