AMLETO
Spente le voci,
eccomi entrato in scena.
Poggiato a uno
stipite di porta,
vado intuendo nell’eco
sempre più smorta
quello a cui la
vita m’incatena.
Il buio notte mi
ha già puntato addosso
mille binocoli nel
loro fuoco incrociato.
Padre dolcissimo,
considera il mio stato
e fa’ che io
sfugga a questo calice, se posso.
La tua regia
ostinata va comunque accolta
e io reciterò, va
bene, la mia parte.
Ma un altro dramma
dettano le carte,
dispensami almeno
questa volta.
Si innesca la
trafila dei gesti come un lampo,
non più eludibile
il viaggio, fino in fondo.
Solo, affogato tra
i farisei di questo mondo.
Vivere non è come
attraversare un campo.
Traduzione di Paolo Ruffilli
da La notte bianca – Le poesie di Živago,
Biblioteca dei Leoni, 2016
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