lunedì 13 giugno 2016

Guido Cavalcanti

FRESCA ROSA NOVELLA

Fresca rosa novella,
piacente primavera,
per prata e per rivera
gaiamente cantando,
vostro fin presio mando – a la verdura.

   Lo vostro presio fino
in gio’ si rinovelli
da grandi e da zitelli
per ciascuno camino;
   e cantine gli auselli
ciascuno in suo latino
da sera e da matino
su li verdi arbuscelli.
   Tutto lo mondo canti,
po’ che lo tempo vène,
sì come si convene,
vostra’altezza presiata:
ché siete angelicata – crïatura.

   Angelica sembranza
in voi, donna, riposa:
Dio, quanto aventurosa
fue la mia dïsianza!
   Vostra cera gioiosa,
poi che passa e avanza
natura e costumanza,
ben è mirabil cosa.
   Fra lor le donne dea
vi chiaman, come sète;
tanto adorna parete,
ch’eo non saccio contare;
e chi poria pensare – oltra natura?

   Oltra natura umana
vostra fina piasenza
fece Dio, per essenza
che voi foste sovrana:
   per che vostra parvenza
ver’ me non sia luntana;
or non mi sia villana
la dolce provedenza!
   E se vi pare oltraggio
ch’ad amarvi sia dato,
non sia da voi blasmato:
ché solo Amor mi sforza,
contra cui non val forza – né misura.


da Rime, BUR, 1978

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