FRESCA ROSA NOVELLA
Fresca rosa novella,
piacente primavera,
per prata e per rivera
gaiamente cantando,
vostro fin presio mando – a la verdura.
Lo vostro presio
fino
in gio’ si rinovelli
da grandi e da zitelli
per ciascuno camino;
e cantine gli
auselli
ciascuno in suo latino
da sera e da matino
su li verdi arbuscelli.
Tutto lo mondo
canti,
po’ che lo tempo vène,
sì come si convene,
vostra’altezza presiata:
ché siete angelicata – crïatura.
Angelica sembranza
in voi, donna, riposa:
Dio, quanto aventurosa
fue la mia dïsianza!
Vostra cera gioiosa,
poi che
passa e avanza
natura
e costumanza,
ben è
mirabil cosa.
Fra lor le donne dea
vi
chiaman, come sète;
tanto
adorna parete,
ch’eo
non saccio contare;
e chi
poria pensare – oltra natura?
Oltra natura umana
vostra
fina piasenza
fece
Dio, per essenza
che voi
foste sovrana:
per che vostra parvenza
ver’ me
non sia luntana;
or non
mi sia villana
la
dolce provedenza!
E se vi pare oltraggio
ch’ad
amarvi sia dato,
non sia
da voi blasmato:
ché
solo Amor mi sforza,
contra
cui non val forza – né misura.
da Rime, BUR, 1978
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