(E tutto questo per rendere la vita una dose indolore di esistenza vera, con il suo sole e la sua ombra; e dal Sogno Eterno, dal Big Sleep, un altro ben più piccolo...)
IF I DIE BEFORE I WAKE...
Il passato marcisce sotto terra
e il presente non scorre,
è un fiume morto.
Ma questa volta non ci sarà resurrezione
e il futuro è per forza altro da me.
Traduzione di Marco Paone
da Poesia ultima di amore e malattia, aguaplano, 2017
lunedì 30 aprile 2018
venerdì 27 aprile 2018
Alberto Cappi
LA REDENZIONE
a Francesco
La redenzione, Francesco,
è un balenio del cuore
un colore nell'affresco
delle ore dell'io
da Poesie 1973 - 2006, a cura di Mauro Ferrari, puntoacapo Editrice, 2009
a Francesco
La redenzione, Francesco,
è un balenio del cuore
un colore nell'affresco
delle ore dell'io
da Poesie 1973 - 2006, a cura di Mauro Ferrari, puntoacapo Editrice, 2009
mercoledì 25 aprile 2018
J. Rodolfo Wilcock
VERSI PERSI NEL GRAN TRAMBUSTO
Treni, aerei, battelli, quanti ritorni
e sempre a te che ridi, canti, dormi,
tu luce della luce della mia luce,
tu mèta mobile dei miei movimenti.
da Poesie, Adelphi, 1980
Treni, aerei, battelli, quanti ritorni
e sempre a te che ridi, canti, dormi,
tu luce della luce della mia luce,
tu mèta mobile dei miei movimenti.
da Poesie, Adelphi, 1980
lunedì 23 aprile 2018
Baldo Meo
PER L'INCONTRO
Purché ci sia una rosa
nel tuo piccolo giardino
nascosto tra le case,
purché si possa discorrere
con gentilezza confuciana
delle cose del mondo
e di ciò che ti mancava
quando eri lontana.
da Conservazione della specie, la collana - stampa, 2017
Purché ci sia una rosa
nel tuo piccolo giardino
nascosto tra le case,
purché si possa discorrere
con gentilezza confuciana
delle cose del mondo
e di ciò che ti mancava
quando eri lontana.
da Conservazione della specie, la collana - stampa, 2017
venerdì 20 aprile 2018
Francesco Dalessandro
LA
POESIA
Te beato –
gli ho scritto – che confini
i versi
nel cassetto e alla poesia
destini
solo i resti della cena
e le
concedi appena un’ora d’aria
ogni
sera, beato se ti lecca
la mano
con la quale la bastoni
invece io
non riesco
a farmi
una ragione della rabbia
con cui
cerca di mordermi
se solo
provo a farle una carezza
non
è più la poesia che può salvarti
la
vita – mi ha risposto – non è più
la
parola il tuo balsamo hai smarrita
l’ironia
la tua voce
s’è
arrochita non resta che il silenzio
(inedita)
mercoledì 18 aprile 2018
Raffaela Fazio
BELLEZZA
C’è una bellezza
che sovrasta
e travolge a distanza.
Si riconosce
per la forza
che tutto ammutolisce
e per la coincidenza
tra l’apice e l’inizio
della fine.
Ma l’altra
non è data mai
in partenza.
La precede
l’asprezza
il masticare lento
il fare posto.
Poi accade
un capovolgersi
di altezze
se si stacca
dal fuoco passeggero
una lingua
tra i rovi
una lucentezza
che si conserva
ardente
nella prova.
C’è una bellezza
che sovrasta
e travolge a distanza.
Si riconosce
per la forza
che tutto ammutolisce
e per la coincidenza
tra l’apice e l’inizio
della fine.
Ma l’altra
non è data mai
in partenza.
La precede
l’asprezza
il masticare lento
il fare posto.
Poi accade
un capovolgersi
di altezze
se si stacca
dal fuoco passeggero
una lingua
tra i rovi
una lucentezza
che si conserva
ardente
nella prova.
da L'ultimo quarto del giorno, La Vita Felice, 2018
lunedì 16 aprile 2018
Francis Scott Fitzgerald
TRISTE CATASTROFE
Non vogliamo visite, dicemmo:
I visitatori vengono e se ne stanno seduti per ore e ore;
Vengono quando noi siamo già a letto;
Restano imprigionati qui dagli acquazzoni;
Vengono quando sono tristi e depressi
Bevono alla bottiglia del tuo cuore.
Una volta che sia vuota, la gaia orda,
urlando il Rubaiyat, se ne va.
Non mi facevo vedere: Stavo lavorando, gridavo;
Comparivo con la barba lunga, o non comparivo affatto;
Ero rimasto senza gin; la cuoca era morta
Di vaiolo e altre panzane del genere.
Sul tanghero e l'amico volgevo lo stesso
Occhio senza espressione, lo stesso tono impaziente:
Le persone dotate di bellezza, fama e intelligenza
Si accorgevano che desideravamo essere lasciati in pace.
Ma i seccatori, gli insopportabili e i maleducati -
Chiacchieroni, anime solitarie e ciarlatani -
Che fino a quel momento non avevano osato disturbare,
Ci trovarono soli, affluirono all'attacco,
Credettero che il silenzio fosse attenzione, la rabbia
Un'eco della loro ultima guerra,
Lieti che più non "fossimo di scena".
Ma la gente simpatica non venne più.
Traduzione di Domenico Tarizzo
da L'età del jazz, Mondadori 1990
Non vogliamo visite, dicemmo:
I visitatori vengono e se ne stanno seduti per ore e ore;
Vengono quando noi siamo già a letto;
Restano imprigionati qui dagli acquazzoni;
Vengono quando sono tristi e depressi
Bevono alla bottiglia del tuo cuore.
Una volta che sia vuota, la gaia orda,
urlando il Rubaiyat, se ne va.
Non mi facevo vedere: Stavo lavorando, gridavo;
Comparivo con la barba lunga, o non comparivo affatto;
Ero rimasto senza gin; la cuoca era morta
Di vaiolo e altre panzane del genere.
Sul tanghero e l'amico volgevo lo stesso
Occhio senza espressione, lo stesso tono impaziente:
Le persone dotate di bellezza, fama e intelligenza
Si accorgevano che desideravamo essere lasciati in pace.
Ma i seccatori, gli insopportabili e i maleducati -
Chiacchieroni, anime solitarie e ciarlatani -
Che fino a quel momento non avevano osato disturbare,
Ci trovarono soli, affluirono all'attacco,
Credettero che il silenzio fosse attenzione, la rabbia
Un'eco della loro ultima guerra,
Lieti che più non "fossimo di scena".
Ma la gente simpatica non venne più.
Traduzione di Domenico Tarizzo
da L'età del jazz, Mondadori 1990
venerdì 13 aprile 2018
Juan Ruiz
DIALOGO
Leggero
sospiro parole
all’ardente
nostalgia del tuo volto,
se,
fiore del tempo, il ricordo
rifiorisce
perché, amore,
in
te sento perduto l’amore e
svanita
ogni dolce speranza.
«Una
vena di veleno c’è in te,
nei
tuoi giorni, nelle sere solitarie,
nelle
notti senza fuoco.
Arido
cuore, il tuo corpo sfiorisce
se
non lasci che l’infiammi
l’amore
se chiudi a chi ti ama
ogni
porta e ti chiudi in un vano
sacrificio
mentre viene
l’autunno
e già cade dolente
un
rimpianto di foglie
ingiallite
oh perdute speranze».
Oh
stagione dei frutti più dolci
oh
dolce stagione di caldi
colori
d’intensi profumi,
ultimo
tempo della vita,
in
te riconosco l’amore,
poi
l’inverno verrà, con l’inverno
il
gelo del cuore.
(inedita - ritrovata fra le carte del poeta)
mercoledì 11 aprile 2018
J. Rodolfo Wilcock
A UN AMICO ANZIANO
O uomo morale e vile
come fai danno a te stesso
ora che l'invidia senile
ha in te rimpiazzato il sesso!
da Poesie, Adelphi, 1980
O uomo morale e vile
come fai danno a te stesso
ora che l'invidia senile
ha in te rimpiazzato il sesso!
da Poesie, Adelphi, 1980
lunedì 9 aprile 2018
Baldo Meo
CONSERVAZIONE DELLA SPECIE
La lucertola al sole sul rametto di rosmarino
tiene al caldo le uova che porta dentro.
È una presenza costante, un frusciare familiare
quando ti fermi a guardare la casa
da questo sedile di sassi e mattoni, fresco
sotto l'olmo che rilascia i semi
al piccolo vento che sale dalla valle.
Non sono segni misteriosi, non pale di altare,
non ali incandescenti di angeli pieni di gloria.
L'auto si avvicina al cancello
e io sono un parziale rifugio del silenzio.
da Conservazione della specie, la collana - stampa, 2017
La lucertola al sole sul rametto di rosmarino
tiene al caldo le uova che porta dentro.
È una presenza costante, un frusciare familiare
quando ti fermi a guardare la casa
da questo sedile di sassi e mattoni, fresco
sotto l'olmo che rilascia i semi
al piccolo vento che sale dalla valle.
Non sono segni misteriosi, non pale di altare,
non ali incandescenti di angeli pieni di gloria.
L'auto si avvicina al cancello
e io sono un parziale rifugio del silenzio.
da Conservazione della specie, la collana - stampa, 2017
venerdì 6 aprile 2018
Elizabeth Barrett Browning
SONETTI DAL PORTOGHESE
XXIX
Penso a te! – e i miei
pensieri si avvolgono
e sbocciano intorno a te
come viti
selvatiche a un albero,
gettando larghe foglie,
e subito si vede solo il
verde groviglio
che nasconde il fusto. Oh,
ma sia inteso,
mia palma! Non sono i miei
pensieri
di te che voglio, ma te
stesso, migliore
e più caro. Anzi, la tua
presenza presto
ridammi. Scrolla i rami
come un forte albero,
libera il tronco, spezza e
spargi a terra
i verdi lacci che ti
accerchiano, ché nella
gioia profonda di udirti e
vederti,
respirando alla tua ombra
aria nuova,
non penso a te – ti sono troppo vicina.
Traduzione di Francesco Dalessandro
da Sonetti dal portoghese, Il Labirinto, 2000
mercoledì 4 aprile 2018
Michele Colafato
DANZA ALL'APERTO
Lascia andare i pensieri
prendi una pausa dalla preoccupazione
allontanati dagli schermi
e dai uno sguardo all’aperto
Gli oleandri dondolano
i fianchi e i capelli adorni
di fiori rossi e ti guardano
la bouganvillea cinguetta sulle spalle del muro
il sambuco schiude gli ombrellini bianchi
e i tralci dell’edera dalle foglie larghe
con ritmo si chinano e rialzano
Ogni essenza è animata da simpatia
e risponde al vento offrendo
amicizia e sollievo dalla compulsione
E i rovi con la loro fiammeggiante
girandola di spine ne seducono lo stupore
Sotto il cielo meraviglioso è la danza
e il mistero
(inedita)
lunedì 2 aprile 2018
Samuel Taylor Coleridge
ALLA LUNA D’AUTUNNO
Mite splendore della multiforme Notte,
madre di sfrenate visioni, salve!
Ti guardo scivolare col fioco chiarore
del tuo occhio che riluce tra soffici veli,
o quando in alto persa ami nascondere
il pallido globo in un sudario di buio,
o dardeggi da nubi strappate dal vento
il raggio sereno sul cielo che si desta.
Ah, così la Speranza è mutevole e bella!
Che spunti incerta su malinconiche viste
o nascosta dietro il drago alato Disperazione,
con raggiante potenza subito rinata
sul grembo offuscato dolente della Cura
veleggia, come meteora ardente in volo.
Traduzione di Francesco Dalessandro
Mite splendore della multiforme Notte,
madre di sfrenate visioni, salve!
Ti guardo scivolare col fioco chiarore
del tuo occhio che riluce tra soffici veli,
o quando in alto persa ami nascondere
il pallido globo in un sudario di buio,
o dardeggi da nubi strappate dal vento
il raggio sereno sul cielo che si desta.
Ah, così la Speranza è mutevole e bella!
Che spunti incerta su malinconiche viste
o nascosta dietro il drago alato Disperazione,
con raggiante potenza subito rinata
sul grembo offuscato dolente della Cura
veleggia, come meteora ardente in volo.
Traduzione di Francesco Dalessandro
Da The Works of Samuel Taylor Coleridge, Prose and Verse, Etc., British Library, Historical Print Editions, 2011
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