ZARINA
e forse brillerà
al tramonto mio
l’amore con un
sorridente addio
A.
Puškin
Benché non
fosse ancora maggio per le rose
nella
pelliccia il tuo volto s’arrossava,
i tuoi occhi
erano i bocci smeraldini
di una
primavera che, estinta, in me rivive
al ricordo di
quell’addio lontano.
Allora non mi
venne di dirti una parola
origliando il
tuo e il mio battito del cuore.
Con fredda
agitazione di bestia ferita,
altro non mi
dissi che ti avrei dimenticata.
Ma non bastò quell’ipoteca sul futuro,
già che pure
le preghiere e gli scongiuri
il cielo non
li accolse, intanto che seguivo
e seguo ancora
il tuo rapido svanire
sulla strada
già deserta e annerita.
da Inoj, di Berath Udarnik (inedita)
Nessun commento:
Posta un commento