(Erano
anni che non mi osservava una pelle diversa dalla mia o che non fosse ormai
parte dei miei occhi, esplorata, conosciuta o condivisa…)
Vedendo
questi due occhi palpitanti
come
visione di un’immagine trasognata
sul
suo petto in perfetta simmetria
con
un tremore interno che mi seduce
desidererei
entrare in lei e rifugiarmi
nel
suo corpo segreto per sempre
protetto
dalla morte
con
la sua vita
mi
squarcia il corpo un umido brivido
e
mi bacia le vertebre con furia
in
una vertigine di dolore e tenerezza.
Giugno ’95
Traduzione di Marco
Paone
da
Poesia ultima di amore e malattia,
aguaplano, 2017
Nessun commento:
Posta un commento