IV
La semplicità delle cose semplici è selvaggia,
Come: l’estrema semplicità d’un uomo che ha combattuto
Contro l’illusione ed è stato, nel grande stridio
Di denti ringhiosi, e cadute a notte, sopraffatto
Dagli obesi oppiacei del sonno. Uomini semplici in semplici paesi
Non sono precisi riguardo la soddisfazione che richiedono.
Sanno soltanto che un appagamento selvaggio urla
Con voce selvaggia; e in quell’urlo si sentono
Trasportati, ammutoliti e confortati
In una selvaggia e sottile e semplice armonia,
Un accoppiamento di accordi a sorpresa,
Una corrispondenza al più divino antagonista.
Così dal casto inverno viene la primavera lasciva.
Così, dopo l’estate, nell’aria autunnale,
Viene il freddo volume di spettri dimenticati,
Ma dolcemente, con strumenti piacevoli,
Così che questo freddo, la favola infantile del gelo,
Assomiglia allo sfavillio del caldo romanzato.
da Aurore d’autunno,
Adelphi 2014