ANGELO
CIRCONDATO DA PAYSANS
Uno dei contadini:
C’è
Il benvenuto
alla porta a cui nessuno viene?
L’angelo:
Io sono
l’angelo della realtà,
Intravisto un
istante sulla soglia.
Non ho ala di
cenere né usura di metallo
E vivo privo
del tepore dell’aureola,
Senza stelle
che mi seguano in corteo,
Ma parte del
mio essere e conoscere.
Sono uno di
voi ed essendo uno di voi
Io sono e so
quel che so e sono.
Sì, sono
l’angelo necessario della terra,
Poiché chi
vede me vede di nuovo
La terra,
libera dal duro giogo della mente,
E chi ascolta
me ne ascolta il canto
Tragico
levarsi in liquide lentezze,
Come parole
d’acqua a galla; come significati detti
Per ripetizione
di mezzi significati. Non sono forse,
Sì, io,
soltanto una specie di figura a mezzo,
A mezzo vista,
vista un solo istante, un uomo
Della mente,
un’apparizione apparecchiata
Di paramenti
all’apparenza tanto lievi che volto
Le spalle, ed
eccomi presto, troppo presto scomparso?
Traduzione di Nadia Fusini
da Aurore d’autunno, Adelphi 2014
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